ROMA Oggi gli studenti delle superiori torneranno a manifestare contro la scuola-lavoro, dopo la tragica morte di due stagisti nelle ultime settimane e per un esame di maturità diverso.
In particolare gli studenti contestano i Ptco, i percorsi trasversali per le competenze e l’orientamento (l’ex alternanza scuola lavoro di epoca renziana trasformata dal leghista Marco Bussetti nel nuovo acronimo). Ma la rabbia dei ragazzi si è accresciuta dopo la decisione del ministro Bianchi, nonostante l’incontro con le delegazioni di studenti, di ripristinare entrambe le prove scritte all’esame di maturità non tenendo conto della lunga permanenza dei ragazzi in condizione di didattica a distanza per via delle misure di contenimento della diffusione del Covid-19. Un braccio di ferro divenuto ancor più duro dopo la repressione a colpi di manganello della polizia che è duramente intervenuta contro una manifestazione di studenti.
Le ultime manifestazioni degli studenti si erano svolte in piazza lo scorso 28 gennaio.
Oggi in oltre 40 città – in modo particolare a Milano, Roma, Napoli e Torino – sono previsti cortei e presidi per difendere le ragioni della protesta. Ad aderire alle proteste diverse sigle rappresentative degli studenti tra cui Opzione studentesca alternativa, il Fronte della gioventù comunista e l’Unione degli studenti. Altri movimenti, come la Rete degli Studenti medi e le Consulte, non aderiranno.
A Torino sono state occupate numerose scuole negli scorsi giorni. Alcune organizzazioni chiedono le dimissioni del Ministro dell’Istruzione Bianchi e del Ministro dell’Interno Lamorgese.
Intanto lunedì prossimo gli studenti e le studentesse saranno in audizione in Commissione Cultura alla Camera.
Tre studenti si sono versati addosso vernice rossa davanti alla sede regionale del Pd della Campania in via Santa Brigida a Napoli. La protesta durante il flash mob promosso da “Studenti autorganizzati campani” e “Potere al Popolo ex opg”. Esposto uno striscione con le scritte “C’at accise” (“Ci avete ucciso”, ndr) e “Le vostre mani sono sporche del nostro sangue”. Gli studenti hanno gridato al megafono le ragioni dell’iniziativa facendo riferimento ai due ragazzi morti durante gli stage per l’alternanza scuola lavoro. «Siamo qui perché il Pd, autore della legge sulla “Buona scuola” ha le mani sporche del sangue dei due ragazzi, Lorenzo e Giuseppe», dicono i portavoce della iniziativa.
«Non si può morire di scuola» dice uno degli striscioni posti in apertura del corteo degli studenti milanesi, in ricordo di Giuseppe e Lorenzo, morti durante l’alternanza scuola-lavoro. I liceali milanesi si sono dati appuntamento in piazza Cairoli per poi partire in corteo «contro questo modello di scuola» come si legge su un altro striscione. Il corteo passerà per il centro di Milano per chiudersi in piazza Fontana. Prima di partire i ragazzi hanno srotolato uno striscione sulla statua al centro della piazza chiedendo di abolire l’alternanza scuola-lavoro e spiegando che «l’alternanza è solo sfruttamento». Per la manifestazione alcune linee di tram e autobus – rende noto Atm – sono state deviate.
Tensioni a Torino tra studenti e forze dell’ordine nei pressi della sede di Confindustria. Dopo aver lanciato uova di vernice contro la palazzina di via Vela, alcuni giovani hanno forzato il cancello di ingresso e hanno tentato di entrare negli uffici, ma sono stati respinti ed è volata qualche manganellata.
Il corteo di Torino è partito da piazza XVIII Dicembre. Vi aderiscono le oltre quaranta scuole occupate in queste settimane di protesta contro l’alternanza scuola-lavoro e l’esame di Maturità, ma sono presenti anche i sindacati e gli universitari. Ad aprire il corteo lo striscione ‘Contro alternanza maturità e repressione no alla scuola del padrone’. “Se non cambierà lotta dura sarà” è lo slogan scandito dai giovani. «Il nostra è una rivoluzione scolastica», spiega Cristina, una portavoce della mobilitazione. «Noi vogliamo e pretendiamo che le istituzioni non possano accanirsi contro gli studenti con la repressione – aggiunge Sara, un’altra dei portavoce – andiamo avanti e non faremo un passo indietro fino a quando non ci dimostreranno che gli impegni presi saranno rispettati».
A Bari si sfila per le strade del centro
Anche a Bari gli studenti delle scuole superiori sono scesi in strada contro la scuola-lavoro, dopo la tragica morte di Giuseppe Lenoci e Lorenzo Parelli. In circa 200 sono sfilato per le strade del centro cittadino partendo da piazza Umberto, di fronte al palazzo Ateneo, e diretti in piazza Prefettura. Con megafoni e striscioni chiedono una scuola “più giusta e più sicura”. “Alternanza maturità repressione. La scuola ha bisogno di una rivoluzione. Bianco dimissioni. Con Lorenzo e Giuseppe nel cuore” è la scritta sullo striscione che apre il corteo. Gli studenti sollevano cartelli con le scritte “La vostra scuola uccide”, “Di scuola-lavoro non si può morire”, “La scuola uccide gli studenti”.
Hanno sfilato in corteo a Palermo i ragazzi degli istituti Liceo scientifico Einstein, il Benedetto Croce, l’Umberto I, il Basile di Brancaccio, il Medi, il Vittorio Emanuele III. «A gennaio la tragica morte di Lorenzo durante le ore di stage professionale in fabbrica a Udine; qualche giorno fa è morto Giuseppe, un sedicenne, anche lui durante uno stage, in un incidente stradale in provincia di Ancona. I posti di lavoro non sono sicuri; l’alternanza scuola-lavoro e i percorsi duali di formazione conducono gli studenti troppo presto in un mondo del lavoro fatto di sfruttamento, precarietà e insicurezza», afferma una nota.
«Di questa scuola che uccide e non ci ascolta non ne possiamo più. Oggi in tutta Italia gli studenti si riprendono le strade per chiedere l’abolizione dell’alternanza-scuola lavoro. La formazione si fa nelle aule, studiando, spingendo i giovani a sviluppare un approccio critico rispetto alle ingiustizie sociali, allo sfruttamento lavorativo, contro la guerra. Non si fa nei posti di lavoro, in cui diventiamo manodopera gratuita che sostituisce i lavoratori», dice Nicoletta Sanfratello del liceo Umberto I. Gli studenti sono partiti da piazza Verdi, per raggiungere piazza indipendenza, per incontrare l’assessore regionale alla formazione, Roberto Lagalla. Per loro la «Regione dovrebbe intervenire per far arrivare le rivendicazioni degli studenti siciliani al Miur». Infine, gli studenti si rivolgono alla Regione per «annullare un accordo tra l’ufficio scolastico regionale e l’esercito per far svolgere le ore di alternanza scuola-lavoro dentro le caserme». «Attacchiamo pesantemente questa scelta e chiediamo che l’accordo venga eliminato», conclude Andrea Cascino del liceo Basile.
Partito il corteo degli studenti da Piazza Vittorio a Roma, dove questa mattina si sono riuniti gli studenti appartenenti al movimento della Lupa. Il corteo è diretto verso piazza Madonna di Loreto. «Stiamo chiedendo l’abolizione immediata dell’alternanza scuola lavoro. In meno di un mese due morti, prima Lorenzo a Udine e l’altro giorno Giuseppe. Oggi più che mai l’alternanza va abolita. È vergognoso il tentativo del governo di barcamenarsi pur di non abolirla o di cambiarle nome pur di lasciarla così», dice in piazza Tommaso di Osa Roma, esponente del Movimento della Lupa.
«In secondo luogo vogliamo il ritiro immediato di questa proposta di esame di maturità perché non tiene conto di questa profonda crisi psicologica e pedagogica stiamo vivendo. Questi due anni di pandemia sono stati durissimi per gli studenti – aggiunge Tommaso – In terzo luogo manifestiamo contro la repressione grave avvenuta sugli studenti nelle ultime settimane di mobilitazione», sottolinea lo studente chiedendo infine «le dimissioni immediate del ministro Bianchi».
Più di 300 manifestanti stanno sfilando per le vie del centro di Firenze nell’ambito dell’iniziativa contro l’alternanza scuola-lavoro organizzata oggi in varie città d’Italia, in segno di protesta dopo la morte del 16enne Giuseppe Lenoci. I giovani hanno intonato cori contro il premier Mario Draghi e Confindustria. I manifestanti si sono radunati in piazza Adua dalle 9.30, nei pressi della sede di Confindustria Firenze, e da lì hanno cominciato a muoversi verso Piazza Indipendenza con bandiere e striscioni. Alla manifestazione, che terminerà in piazza Santissima Annunziata, partecipano oltre agli studenti anche lavoratori di aziende dell’area metropolitana fiorentina, fra cui Gkn (con il grande striscione ‘Insorgiamo’), Nuovo Pignone ed Esaote.
x
x