COSENZA Questa mattina, udienza di discussione in Corte d’Assise a Cosenza per l’omicidio di Anelya Dimova: donna di origini bulgare, residente a Belvedere Marittimo, uccisa la notte tra il 30 agosto e l’1 settembre 2020. A fronte della richiesta di ergastolo avanzata dal Pm con la conseguente affermazione della responsabilità dell’unico imputato, Giuseppe Andrea Renda (difeso dall’avvocato Alberto Grimaldi) per tutti i capi di imputazione, la difesa ha chiesto oltre alla valutazione della seminfermità dell’imputato (come documentata dal dottore Pantusa, con perizia prodotta in giudizio) anche nell’ipotesi di riconoscimento della colpevolezza, l’esclusione dell’aggravante dei motivi abbietti e futili e, conseguentemente, lo sconto di pena previsto se tale aggravante non fosse stata contestata. Tutto questo, alla luce della richiesta di rito abbreviato formulata nei termini di legge, cui l’imputato avrebbe avuto diritto.
Dopo tre ore di Camera di consiglio, la Corte d’Assise ha letto il dispositivo con cui ha dichiarato la colpevolezza dell’imputato, per i capi contestati, condannandolo alla pena di anni 22 di reclusione. La pena inflitta tiene dunque conto dell’integrale accoglimento dell’istanza della difesa in merito all’esclusione dell’aggravante contestata. La Corte, infine, si è riservata il deposito della motivazione in novanta giorni.
Secondo l’avvocato Grimaldi «sembra essere stato decisivo il rilievo mosso dalla difesa sulla mancata prova proprio dell’esistenza della aggravante, non essendovi alcuna prova sulla dinamica degli eventi all’interno dell’appartamento della povera vittima. Il tutto, ovviamente, con riserva di migliore valutazione all’esito del deposito della motivazione».
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