«La scuola, dopo la famiglia, è il posto dove si forma la personalità dei ragazzi. Il suo compito è, infatti, quello di fornire gli strumenti necessari per crescere culturalmente, psicologicamente, affettivamente e socialmente.
Nella scuola si dovrebbero anche acquisire i tramiti atti a garantire responsabilità e autonomia di pensiero, indispensabili a formare alla cittadinanza, alla legalità e alla vita democratica. Ció significa, dunque, fornire ai ragazzi anche i mezzi che consentono di riconoscere e condannare fermamente ogni forma di gogna mediatica giustizialista nonché educare ad avere fiducia nell’azione e nella funzione dell’autorità giudiziaria e delle Istituzioni.
È per questo che la scuola, teatro di crescita civile, non può essere ambiente in cui si verificano esperienze negative che ne ostacolano i compiti primari.
Dobbiamo, allora, essere a fianco dei ragazzi sempre e non solo oggi che chiedono il diritto ad una scuola in grado di ascoltare i loro bisogni esistenziali e culturali in modo trasparente.
Scindere la tutela di queste necessità dalle vicende giudiziarie che hanno avviato la protesta in atto e che non spetta a noi valutare – bensì alla magistratura competente senza pressioni e condizionamenti a garanzia dei diritti di tutti – è il primo atto dovuto.
In caso contrario si rischia infatti di strumentalizzare proprio i bisogni dei ragazzi, banalizzando le loro richieste con argomenti populisti».
*Avvocato
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