COSENZA Lunedì il ritorno in aula, a venti giorni dall’inizio dell’occupazione. Gli studenti del “Valentini-Majorana” di Castrolibero raccolgono gli ultimi striscioni al termine della manifestazione che ha convolto più di mille studenti impegnati a sfilare in corteo sostenuti da docenti, (alcune) sigle sindacali, (pochi) deputati calabresi e dal sindaco di Cosenza, Franz Caruso. Una marcia pacificamente rumorosa ha attraversato i vicoli e le strade principali della città dei bruzi. Megafono in mano, a turno, gli studenti hanno intonato cori e lanciato messaggi diretti proprio alle istituzioni: «no alle violenze, no agli abusi, no ai soprusi». Le presunte molestie denunciate dalle studentesse (oggi entrambe presenti al corteo) hanno provocato la reazione di un’intera generazione di giovani decisi a non indietreggiare di un passo rispetto alla volontà di manifestare liberamente il dissenso nei confronti di chi avrebbe taciuto seppur al corrente di quanto stesse accadendo nel liceo.
In queste settimane, vissute accanto a loro, abbiamo raccolto le testimonianze di chi si dice vittima di presunte molestie, frequenti e sgradevoli battutine sull’aspetto fisico e sull’abbigliamento, indifferenza di fronte alle denunce ed ai racconti dai contorni macabri. I professori, una buona parte dell’istituto, si sono avvicinati ai loro studenti ed hanno ammesso le loro responsabilità. «Non li abbiamo capiti, si è creato un vuoto tra noi e loro» ha più volte ribadito il prof. Cirllo, questa mattina tra i primi ad arrivare a Piazza Loreto, punto di partenza del corteo. Insieme a lui, suo figlio Fausto uno dei portavoce degli studenti pronto a lasciare la Calabria al termine dell’anno scolastico in corso ma non per questo restio a prendere parte alla “riforma” della scuola proposta dagli iscritti al Valentini-Majorana, desiderosi di spazzare via polemiche, silenzi e presunte verità sottaciute. «Non deve più accadere», ripete Dalia, una delle studentesse che hanno denunciato il professore di matematica e fisica. Sotto la sede dell’Usr, il provveditorato degli studi di Cosenza, la voce della ventenne raggiunge gli uffici di chi si occupa della sovrintendenza sull’insegnamento. Dalia ricorda le avances che avrebbe ricevuto dal prof e il silenzio della dirigente Maletta, presto sostituita da un nuovo reggente chiamato a governare l’istituto “Valentini-Majorana” fino all’arrivo del nuovo preside.
Non solo cori e striscioni, racconti e denunce, ma anche proposte condivise e condivisibili quelle avanzate dagli studenti. Come, ad esempio, la volontà manifestata ai nostri microfoni di avvicinare i centri antiviolenza agli istituti «per garantire tutti coloro che vorrebbero denunciare ma non trovano il coraggio di farlo». L’idea proposta è stata accolta dalla deputata del Pd, Enza Bruno Bossio, che ai nostri microfoni si è detta pronta a portarla in Parlamento. «Se è questo che chiedono i ragazzi, mi farò portavoce delle loro istanze», ha sostenuto la Bossio presente al corteo.
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