TORINO Torna libero Antonino Vadalà, 46 anni, l’imprenditore coinvolto e poi scagionato nell’inchiesta per l’omicidio del giornalista slovacco Jan Kuciack. Secondo quanto anticipato da Klaus Davi su Facebook, e confermato all’Ansa da fonti qualificate, in seguito a una sentenza della Cassazione l’uomo, che era detenuto da quattro anni nell’ambito di un processo per narcotraffico, ha lasciato ieri sera «per liberazione» il carcere Lorusso e Cutugno di Torino. Agli agenti penitenziari, sempre secondo quanto si apprende, ha detto che si sarebbe recato a Bova, il suo paese in provincia di Reggio Calabria.
Antonino Vadalà è coinvolto nell’inchiesta “Picciotteria bis”, condotta dalla Dda di Venezia, su un traffico internazionale di sostanze stupefacenti, gestito in complicità con la ‘ndrangheta, ed episodi di riciclaggio ed autoriciclaggio.
Vadalà era stato indagato anche per l’omicidio del giornalista slovacco Jan Kuciack e della fidanzata, accusa dalla quale è stato successivamente scagionato.
L’imprenditore ha riacquistato la libertà grazie ad una pronuncia della Corte di cassazione che, accogliendo la richiesta presentata dagli avvocati Carlo Morace e Pietro Bertone, difensori di Vadalà, ha annullato con rinvio la sentenza emessa nel dicembre del 2020 dalla Corte d’appello di Venezia con cui lo stesso imprenditore era stato condannato a 7 anni ed un mese di reclusione.
In Slovacchia Vadalà, secondo gli inquirenti, si sarebbe occupato della gestione di traffici di droga e dell’organizzazione, utilizzando alcune sue società, delle coperture per finanziare la presunta attività criminale.
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