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Cosenza, giovani piegati da droga e gioco d’azzardo

I dati contenuti nel rapporto presentato presso il Ser.D della città dei bruzi. «I giochi più diffusi sono le slot-machine»

Pubblicato il: 21/02/2022 – 11:03
di Fabio Benincasa
Cosenza, giovani piegati da droga e gioco d’azzardo

COSENZA Nel 2020 i Ser.D hanno assistito complessivamente 125.428 soggetti tossicodipendenti dei quali 15.671 nuovi utenti con un rapporto di genere maschi femmine pari a 6,1. Nel 2020 è stata registrata almeno una patologia psichiatrica in 7.445 su un totale di 125.428 utenti, di cui il 64% è affetto da disturbi della personalità e del comportamento. Il 15% da sindromi somatoformi e nevrotiche, il 14% da schizofrenia e altre psicosi, il 3.1% da depressione e lo 0.9% da mania e disturbi bipolari”. Questi i dati diffusi dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le politiche antidroga.

Le segnalazioni

Dalla relazione annuale al Parlamento anno 2021 (dati 2020), le persone segnalate nel 2017 all’Autorità Giudiziaria sono stati 35.190 per violazione del D.P.R. n.309/90, con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente. Il 71% dei soggetti segnalati sono in stato di arresto, il 28% in libertà e 1% è irreperibile. La quasi totalità dei soggetti è stata segnalata per violazione dell’art. 73 ( traffico illecito di sostanze) e il 6% per associazione finalizzata al traffico art. 74. Le denunce hanno riguardato prevalentemente soggetti di genere maschile il 93% di cui il 60 % italiani, mentre il 4% ha riguardato minorenni. L’età dei denunciati per il 40% è compresa tra i 20 e 29 anni, il 26% tra i 30 e 39 e più di un quarto oltre i 40 anni.

Ed in Calabria?

Il numero di utenti già in carico nella Regione Calabria è pari a 650, di cui 108 nuovi ingressi. Gli assistiti in media hanno 42 anni mentre le donne sono più giovani con una età media di 40 anni. I nuovi utenti sono in media più giovani di circa 9 anni di quelli già in carico. Analizzando l’utenza totale per classi d’età si osserva che il 69% degli utenti ha tra i 30 e i 54 anni il 16% meno di 30 anni mentre il 15% più di 54 anni. Nel 2020 il 62% circa degli utenti trattati sono assuntori di eroina come sostanza primaria, il 22% cocaina e il 12% cannabinoidi, mentre per l’uso secondario le sostanze più frequentemente assunte sono state la cocaina per il 17% mentre cannabinoidi 16% e alcol per 8.6%. Un terzo della popolazione fra i 15 ed i 64 anni, almeno una volta nella vita, ha sperimentato l’uso di sostanze psicoattive (illegali), e dato allarmante almeno uno su dieci lo ha fatto nel corso del 2017. Nell’ultimo anno, la cannabis risulta essere da sempre la sostanza più diffusa (il 10% della popolazione ne ha fatto uso nell’ultimo anno), minore risulta essere la percentuale degli assuntori di cocaina (1,2%) , oppiacei (0.6%). Come si può notare il trend dei consumi indica la cannabis come la sostanza con maggiore crescita esponenziale. Il dato più allarmante è che il 34% degli studenti ha provato almeno una volta una sostanza psicoattiva illegale nel corso della vita, mentre il 26% lo ha fatto nel 2017. I ragazzi utilizzatori sono il doppio delle ragazze, ad accezione della cannabis in cui il rapporto percentuale quasi si annulla. Il 4% degli studenti è un consumatore abituale di cannabis, seguito da eroina e cocaina. L’1,6% degli studenti ha utilizzato sostanze psicotrope senza sapere cosa assumesse.

Gioco d’azzardo

Gioco d’azzardo Patologico dell’Asp di Cosenza”, questo il titolo del rapporto presentato stamane in conferenza stampa tenutasi presso il Ser.D di Cosenza. Presenti il commissario dell’Asp di Cosenza Vincenzo La Regina, il dirigente medico Roberto Calabria, lo psicologo ed educatore professionale Andrea Lo Polito e il coordinatore Ats Renato Caforio. «In questi anni si è assistito sempre di più, sia a livello nazionale che internazionale, alla necessità di attuare interventi di prevenzione per contrastare l’insorgere di patologie attuando organici interventi per il contenimento dei fattori di rischio, sia mediante interventi di diagnosi precoce che di prevenzione delle complicanze». Il progetto mira a favorire il servizio di accoglienza dei giocatori d’azzardo e prepararli per un’eventuale fase diagnostica approfondita e terapeutica successiva. «La fase di accoglienza deve avere priorità sulle fasi di cura successive per permettere ai servizi di accogliere i pazienti il più presto possibile. L’accoglienza del giocatore/familiare/persona di riferimento rappresenta il primo incontro con il Servizio, momento particolarmente significativo e delicato poiché è finalizzato alla sufficiente compliance terapeutica».

Profilo socio anagrafico dei giocatori

Le caratteristiche sociali ed anagrafiche dei giocatori: sesso (Maschi 95%, femmine 5%), classi d’età ( la classe più rappresentativa è 40-44 anni con il 34%, segue 50-54 anni con il 33%, 20-24 anni il 22% ed in fine 60-64 anni con 11%) livello di istruzione ( il titolo di studio con maggiore percentuale è la laurea con 55% seguito dal diploma  con il 36% e per finire licenza elementare con il 9%), professione (gli operai risultano il 46%, gli impiegati il 27%, imprenditori, pensionati e gli imprenditori sono il 9% del campione), stato civile (l’82% dei soggetti risulta essere coniugato, seguono con il 9% sia i divorziati che i conviventi), occupazione (occupato stabilmente il 78%, studenti 11% e i disoccupati 11%). «Dai dati analizzati emerge, inoltre, la gravità del comportamento al gioco, infatti, partendo dalla frequenza, dal grado di compulsività, dai tipi di giochi, dalla spesa mensile e dai debiti per il gioco,  dal grado di compromissione della socializzazione e delle fonti di gratificazione e dal tempo dedicato al gioco quotidianamente, si profila per la valutazione della cronicizzazione». I giochi più diffusi risultano essere le slot-machine (dove giocano sia uomini che donne), seguiti dalle lotterie istantanee (anche qua il dato è uguale per ambedue i generi) e dalle scommesse sportive (dato espressamente al maschile). Non si evidenzia una distinzione di classi sociali e scolarità le fasce sono tutte coinvolte. Importante è il dato riguardante le fasce d’età, eccetto qualche giovane adulto 18 – 24 enne, la fascia più accreditata rimane quella dai 40 ai 65. Questa ultima fascia si avvale di un periodo di latenza, dove il gioco è presente ma non predominante, le possibilità economiche sono più alte e l’autonomia finanziari non è immediatamente sottoposta al controllo familiare. Tutti questi fattori rendono agevole lo scivolamento del gioco da ludico, a problematico ed in fine a patologico.

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