Il titolo di Repubblica ci riporta a quanto la crisi ucraina sia vicina alle nostre vite: «L’incrociatore russo che sfida gli Stati Uniti davanti alle coste calabresi». Accade nel mare Jonio, a pochi chilometri dalla Calabria. Lì naviga la portaerei statunitense “Truman”, con le sue squadriglie di jet F-18 Hornet pronte a decollare verso il confine orientale della Nato. E lì si è diretto a tutta velocità l’incrociatore “Maresciallo Ustinov”, una delle più grandi unità da combattimento della flotta russa. La prova di forza, una riedizione della Guerra Fredda con altri mezzi, si materializza al largo delle coste calabresi. Mosca vuole mettere pressione alla “Truman”, che ha un ruolo chiave nel dispositivo statunitense in Europa, piazzandole davanti un incrociatore armato di sedici missili a lungo raggio chiamati “killer di portaerei”.
“Ustinov” naviga nel Mediterraneo da due settimane. Poi si è diretto a largo di Creta e sabato all’alba ha invertito la rotta, puntando verso la posizione della “Truman”, per sbucare nello Jonio.
Quello che è successo dopo è l’inizio della prova di forza: «Da Sigonella – ricostruisce Repubblica – sono partiti i ricognitori Boeing E-8 Poseidon dell’Us Navy che da ieri sera hanno continuato a pattugliare quella zona di mare, disegnando sugli schermi degli spotter – tra cui ItalMilRadar che ha analizzato queste operazioni – le tracce di un vero inseguimento. Non è chiaro se l’obiettivo fosse l’incrociatore – lungo oltre 180 metri – o un sottomarino classe Kilo, il battello più moderno e insidioso del Cremlino dotato di missili ipersonici d’ultima generazione». La sfida è ripresa questa mattina, con un nuovo decollo dei Boeing dalla Sicilia per perlustrare le onde. “Giochi di guerra” preoccupanti.
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