CATANZARO Tre condanne e cinque assoluzioni. Oltre ad una prescrizione. È quanto deciso dal gup di Catanzaro, Paola Ciriaco, sul troncone del processo di primo grado dell’operazione “Coccodrillo” scaturito dall’operazione scattata a marzo scorso e coordinata dalla Distrettuale del Capoluogo contro alcuni imprenditori catanzaresi. Per loro le accuse erano quella di intestazione fittizia di beni, realizzati attraverso un sistema di società, formalmente intestate a terzi, e tuttavia dagli stessi controllate e gestite. Al centro dell’inchiesta in particolare la famiglia Lobello già condannati in un altro troncone dell’inchiesta.
La decisione adottata oggi si riferisce alla tranche che interessa alcuni dipendenti della famiglia di imprenditori catanzaresi.
In particolare, la sentenza riguarda Francesco Iiritano, (30enne), di Catanzaro, difeso dagli avvocati Vincenzo De Caro e Piero Mancuso, 2 anni e 8 mesi (richiesta pm 4 anni, 6mila euro di multa); Vincenzo Pasquino, (60enne), di Catanzaro, difeso dall’avvocato Giuseppe Fonte, 3 anni e 4 mesi (richiesta pm: 4 anni, 6 mesi e 12mila euro); Giuseppe Rotella, (53enne), di Simeri Crichi, difeso dall’avvocato Raffaele Bruno, assolto (richiesta pm 4 anni); Pasquale Torchia, (45enne), di Botricello, difeso dall’avvocato Salvatore Iannone, assolto (richiesta pm 3 anni e 8 mesi); Pasquale Vespertini, (40enne), di Catanzaro, difeso dagli avvocati Vittoria Aversa e Andrea Gatto, assolto (richiesta pm 2 anni , 6 mesi e 600 euro di multa); Caterina Garcea, (41enne) di Catanzaro, 1 anno e 4 mesi (richiesta pm 4 anni); Luciano Vitale, (54enne), di Catanzaro, assolto (richiesta pm2 anni e sei mesi); Antonio Capellupo, 47 anni, residente a Botricello, difeso dall’avvocato Luigi Falcone, assolto (richiesta pm, assoluzioni); Pietro Garcea, 35 anni, di Catanzaro, non doversi procedere per prescrizione.
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