Il presidente russo Vladimir Putin ha comunicato al cancelliere tedesco Olaf Scholz e al presidente francese Emmanuel Macron la decisione del governo russo di riconoscere l’indipendenza delle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk, nella regione ucraina del Donbass.
Al termine del Consiglio Europeo sugli Affari Esteri l’Alto rappresentante dell’Unione per la politica estera Josep Borrell ha dichiarato che l’Ue è «pronta a reagire con forza». Durante la riunione ministeriale a Bruxelles «abbiamo anche seguito le discussioni del Consiglio della Sicurezza della Russia con estrema preoccupazione e sappiamo che la decisione finale non è ancora stata presa. Chiediamo al presidente Putin di rispettare il diritto internazionale e gli accordi di Minsk e di non riconoscere l’indipendenza degli oblast di Donetsk e Lugansk». Dalla Russia viene, secondo Borrell, «la più grande minaccia alla pace nella Ue dalla Seconda guerra mondiale». «Siamo ad una svolta, tutto ciò in cui crediamo viene chiamato in causa. Abbiamo condannato l’ammasso di truppe russe, le provocazioni e abbiamo constatato manipolazioni da parte di Mosca che vuole creare un pretesto per l’escalation militare, è un modus operandi classico».
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, nel colloquio telefonico avuto nel pomeriggio con il presidente russo Vladimir Putin, ha «condannato i piani per riconoscere le cosiddette Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk come stati indipendenti». Ne dà notizia il governo federale tedesco in una nota. Un simile passo sarebbe in palese contraddizione con gli accordi di Minsk sulla composizione pacifica del conflitto nell’Ucraina orientale e costituirebbe una violazione unilaterale di tali accordi da parte della Russia, ha spiegato Scholz. Sempre secondo quanto riferisce Berlino, Scholz ha avvertito Putin che Mosca ha la responsabilità di attuare una de-escalation, ritirando le sue truppe dal confine con l’Ucraina.
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