CORIGLIANO ROSSANO La presa di posizione è di quelle durissime e, senza mezzi termini, mette “spalle al muro” Flavio Stasi. In una nota congiunta i parlamentari e i consiglieri regionali del territorio invitano l’amministrazione comunale di Corigliano Rossano a «risolvere e superare le perplessità» sulla Sibari-Rossano, il nuovo tracciato della statale 106 che collegherà la città alla statale 534 a quattro corsie.
Peraltro, sotto il profilo storico, è la prima volta che l’“arco” parlamentare e consiliare della Sibaritide si schiera apertamente su uno dei grandi temi del territorio, qual è la statale 106.
L’assessore e i consiglieri regionali Gianluca Gallo, Davide Tavernise, Pasqualina Straface, Giuseppe Graziano, i deputati Elisa Scutellà, Francesco Sapia, Francesco Forciniti e la senatrice Rosa Silvana Abate, questa volta, sono schierati tutti dalla stessa parte, opposta rispetto alle posizioni del sindaco di Corigliano Rossano che, in questa battaglia, rischia di rimanere isolato. È non è certamente un bene per la città che amministra. Stasi, in sostanza, è riuscito dove nessuno altro era riuscito: mettere tutti d’accordo.
«La ripresa sostenuta da una forte campagna di investimenti pubblici deve essere, per la Calabria, il momento per affrontare e risolvere questioni che nella nostra regione rimangono aperte ormai da troppo tempo. Una di queste – si legge nella nota congiunta – con priorità su tutto, è sicuramente la controversa situazione in cui versa la mobilità lungo l’intero versante ionico. Per ottenere un risultato concreto occorre risolutezza, occorrono risorse ed è opportuna un’auspicabile convergenza di tutte le forze istituzionali in campo».
«Oggi, con il varo del prossimo Contratto di Programma nazionale delle opere 2021-2025 – introducono Gallo, Tavernise, Straface, Graziano, Scutellà, Abate, Forciniti, Sapia – che esula da quelle che sono le ulteriori e necessarie risorse derivanti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si apre un’opportunità concreta per la Calabria ionica di poter avviare il definitivo ammodernamento della Statale 106, la famigerata strada della morte, una delle arterie strategiche e, allo stesso tempo, più pericolose dell’intero continente europeo. Non a caso grande è stato l’impegno della delegazione parlamentare della Fascia Ionica per fare introdurre la statale 106 nelle opere da commissariare in occasione del decreto cosiddetto “Sblocca Cantieri”, così come è avvenuto, per accelerarne l’iter realizzativo. Appunto perché siamo difronte ad un’opera strategica che va inquadrata in un’ottica territoriale d’insieme. Di certo è encomiabile l’input fornito da tutti i sindaci del versante ionico, con esclusione del solo sindaco di Corigliano Rossano, che in queste settimane, dimostrando coesione e compattezza, hanno sottoscritto, tutti, i progetti di ammodernamento dei quattro lotti funzionali della tratta Sibari-Catanzaro in un quadro armonioso ed organico di una nuova strada che porti nuovo sviluppo a tutte le aree depresse, incentivi un nuovo dinamismo economico e sociale delle due maggiori aree della Calabria del Nord (il Crotonese e la Sibaritide) e metta finalmente fine alla tragedia delle numerose vittime che si registrano su questa strada».
I consiglieri regionali e i parlamentari della Sibaritide nell’auspicare, che anche «il comune di Corigliano Rossano risolva e superi presto le sue perplessità rispetto al tracciato proposto da Anas», sottolineano la necessità di rimanere nell’alveo della progettazione esistente. Stasi, infatti, è del parere che si debba realizzare il progetto relativo all’ottavo megalotto, approvato dai comuni jonici una quindicina di anni fa, oggi apparentemente irrealizzabile a causa dei costi, circa due miliardi di euro. Ecco perché i rappresentanti istituzionali invitato l’amministrazione coriglianorossanese ad avanzare proposte «istituzionali e tecniche nel solco di quello che è il tracciato ad oggi in discussione, in armonia con la volontà degli altri territori e in coerenza con il resto della programmazione di ammodernamento dell’intera tratta fino a Catanzaro».
«È importante che ciò avvenga – sottolineano ancora – e che non si continui con discussioni disgreganti proprio perché il primo lotto funzionale Sibari-Corigliano-Rossano (SS534-Torrente Coserie), per il suo stato di avanzamento, è l’unico ad oggi che “gode” della possibilità di approdare alla progettazione definitiva. Questo consentirebbe di avere, ovviamente, un accesso immediato al nuovo CdP ‘21-‘25 per il definitivo finanziamento al Cipess e per l’immediato avvio della fase realizzativa al pari dell’individuato “progetto bandiera” della Crotone-Catanzaro, unica tratta per la quale, in virtù della totale condivisione del tracciato da parte dei sindaci e dei due presidenti di provincia interessati, è stato possibile per la Regione Calabria deliberare lo stato di infrastruttura strategica di interesse nazionale (ai sensi del decreto “Semplificazioni” del 2020 convertito poi in legge) autorizzando così l’Anas a derogare al dibattito pubblico».
Nella nota i firmatari ricordano anche che lunedì 28 febbraio si celebrerà il Consiglio regionale «durante il quale saranno discusse le prospettive della Statale 106. In tale circostanza chiederemo al Governo regionale di inserire l’ammodernamento dell’intera tratta Sibari-Catanzaro-Reggio Calabria tra le opere strategiche del Paese, mettendo sul tavolo le risorse che occorrono per fornire alla Calabria orientale un’infrastruttura stradale essenziale per la sua sopravvivenza. Non solo, chiederemo all’intero Consiglio regionale di determinarsi affinché, tra le “opere bandiera” di interesse strategico e nazionale, previa dichiarazione di infrastrutture strategica, venga inserita anche la Sibari-Corigliano-Rossano per l’immediata approvazione del progetto definitivo in fase di elaborazione».
Il “messaggio” conclusivo inviato da Gallo, Tavernise, Straface, Graziano, Scutellà, Abate, Forciniti, Sapia, non lascia campo a interpretazioni: «La vertenza della mobilità ionica è arrivata, inevitabilmente, ad un punto di svolta e non saranno sicuramente rivendicazioni personali e di parte a bloccare la realizzazione di una delle opere più importanti ed attese dalla popolazione della Sibaritide che, negli ultimi decenni, ha pagato oltremodo e a caro prezzo, in termini di isolamento e di vite umane, l’arretratezza infrastrutturale». (lu.la.)
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