CATANZARO Si è svolta oggi a Catanzaro la manifestazione di protesta indetta nell’ambito dello sciopero nazionale proclamato dalle segreterie di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil sulle situazioni lavorative di Tim, Telecom Italia. Poco meno di 150 i lavoratori che hanno presidiato l’area davanti agli uffici della Regione Calabria, a Catanzaro, chiedendo sostegno all’amministrazione regionale.
Francesco Canino, segretario generale Fistel Cisl Calabria, ha sottolineato che «la protesta di oggi si aggancia a quella nazionale perché il nuovo amministratore delegato ha deciso di smembrare questa azienda e noi – ha aggiunto – come sindacati non siamo assolutamente d’accordo. L’unicità di Tim serve al Paese perché non possiamo rinunciare ad una grande azienda di comunicazione che sia alla pari con le altre aziende degli altri Paesi europei. Questo progetto presenta molte lacune, partendo da circa 8mila esuberi che dovremmo affrontare in tutto il gruppo Telecom Italia».
Secondo Saverio Ranieri, segretario regionale Slc Cgil Calabria, «con questa riforma di Tim rischiamo in Calabria circa mille esuberi e un indotto di circa 5mila lavoratori che operano su commessa di Tim. Il rischio enorme è che se si procede su questa strada, molto presto conteremo esuberi e debiti, con migliaia di lavoratori senza lavoro. Oltre al dramma sociale – ha concluso Ranieri – rischieremmo anche di perdere il treno della digitalizzazione seria, soprattutto nei centri periferici».
Sempre oggi, una delegazione dell’ Ugl Telecomunicazioni Calabria è stata ricevuta dal capo di gabinetto del prefetto di Catanzaro per approfondire quanto sta accadendo rispetto alla vicenda riguardante la società telefonica.
Nel corso dell’incontro la delegazione ha rappresentato «le forti preoccupazioni delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo legate allo scorporo della rete dai servizi che rientra nelle linee guida di quello che dovrebbe essere il piano industriale del gruppo. L’Ugl Telecomunicazioni – spiega una nota – ha approfondito assieme al dottor Turco tutte le perplessità ed i timori rispetto ad un pericolo relativo alla tenuta occupazionale derivante dalle decisioni che il consiglio di amministrazione del gruppo dovrebbe prendere già dalla prima settimana di marzo. La delegazione ha inoltre voluto fare riferimento a quanto espresso dal Copasir relativamente alla creazione di una rete unica delle telecomunicazioni e di tutti gli aspetti che inevitabilmente diventano importanti rispetto al tema della sicurezza nazionale. È stato chiarito come l’unità del gruppo rappresenti un importante investimento per la Nazione rispetto alle sfide che riguardano la digitalizzazione del paese che vedrà impegnate ingenti risorse del Pnrr».
Il sindacato ha inoltre rappresentato le proprie perplessità «riguardo la incertezza politica e la non chiara presa di posizione da parte del governo rispetto ad una vertenza che coinvolge oltre 40 mila dipendenti del gruppo».
L’Ugl Telecomunicazioni, relativamente ai possibili impatti di natura occupazionale, ha fatto presente come il territorio calabrese «sia pienamente coinvolto in questa vicenda alla luce dei quasi mille dipendenti presenti nelle diverse province calabresi ed a tutti i lavoratori dell’indotto. A margine dell’incontro e raccolti tutti gli elementi di quanto riportato dalla nostra organizzazione, nell’assicurare la massima attenzione a riguardo, il capo di gabinetto ha dichiarato che già in giornata lo stesso prefetto invierà una lettera alla presidenza del Consiglio dei ministri finalizzata a rappresentare le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo Tim».
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