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l’invasione russa

L’assedio a Kiev. «La capitale può cadere in poche ore»

Dagli Stati Uniti sanzioni a quattro banche russe e lo stop all’export tecnologico

Pubblicato il: 24/02/2022 – 22:32
L’assedio a Kiev. «La capitale può cadere in poche ore»

Quando Vladimir Putin annuncia l’invasione, a Kiev mancano pochi minuti alle cinque del mattino di giovedì 24 febbraio. L’ora più buia dell’Ucraina inizia con poche frasi preparate da giorni, che cancellano settimane di promesse del Cremlino e appelli del mondo intero: le forze della Russia, annuncia il suo leader, varcano le frontiere per compiere «un’operazione militare speciale» e «smilitarizzare e denazificare» il Paese.

L’intelligence americana: «Kiev può cadere in poche ore»

Le prime unità dei quasi duecentomila soldati che assediavano i confini entrano da tutti i fronti – le zone controllate dai separatisti del Donbass a est, la Crimea occupata a sud, la Bielorussia a nord – e in poche ore piombano con i parà alle porte di Kiev, prendendo il controllo dell’aeroporto militare di Hostomel, a una quarantina di chilometri dalla capitale. Che, avverte l’intelligence americana, potrebbe cadere «in poche ore». In mani russe finisce subito anche l’area della centrale di Chernobyl, al confine bielorusso. Immediata e pressoché unanime giunge la condanna del mondo, con l’eccezione pesante della Cina, insieme a una nuova raffica di «durissime sanzioni».

Ucraina sull’orlo della capitolazione

E il fronte orientale della Nato, che verrà ulteriormente rafforzato, entra in stato di massima allerta, chiedendo «consultazioni urgenti ai sensi dell’articolo 4». Così comincia la guerra di Putin alle porte dell’Europa. «Una nuova cortina di ferro è calata con il mondo civilizzato», scandisce il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che si impegna e invita a resistere, anche se Londra si dice già pronta a ospitare il suo governo in esilio.
L’Ucraina sembra però sull’orlo della capitolazione: porti e aeroporti sono chiusi, a Kiev le sirene d’allarme suonano a più riprese, le metropolitana funge ormai da bunker antiaereo. La minaccia sulla capitale è drammatica: con la notte cala il coprifuoco, gli appelli a cercare rifugi sicuri assumono toni sempre più allarmati. La grande fuga dei residenti era già iniziata all’alba, con ingorghi chilometrici verso ovest. «Tutti gli Stati frontalieri hanno dei piani per accogliere immediatamente i rifugiati dell’Ucraina», ha rassicurato la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen.

Le sanzioni Usa contro banche statali russe. Biden: «Guerra premeditata da mesi»

Joe Biden raduna l’Occidente al summit del G7 e annuncia la decisione comune di punire «l’ingiustificato attacco all’Ucraina» da parte di Mosca con un «devastante pacchetto di sanzioni ed altre misure economiche». Poi dalla Casa Bianca parla per oltre mezzora in diretta tv alla nazione e illustra la dura risposta americana: sanzioni ad altre quattro banche statali russe (per un valore di mille miliardi di dollari), tra cui il colosso Vtb, e dimezzamento dell’export di materiale tecnologico alla Russia. Nel mirino Usa anche 24 tra persone e organizzazioni bielorusse per il sostegno dato all’invasione russa. Il presidente americano non sfodera però le armi più temute, pur lasciandole ancora «sul tavolo»: le sanzioni personali contro lo ‘zar’ e l’esclusione di Mosca dal circuito Swift delle transazioni internazionali, su cui non tutti gli alleati europei sembrano d’accordo. Quindi lancia un attacco forse senza precedenti al leader del Cremlino, con cui non ha intenzione di parlare evocando la «completa rottura ora nelle relazioni fra Stati Uniti e Russia»: Putin «ha respinto ogni offerta di dialogo. Putin è l’aggressore, Putin ha scelto questa guerra premeditata da mesi» con «ambizioni che vanno oltre l’Ucraina per ristabilire l’Unione sovietica» e «ora lui e il suo paese ne pagheranno le conseguenze», ha accusato il commander in chief, convinto che il leader russo «diventerà un paria sulla scena internazionale». Biden ha inoltre promesso di difendere «ogni centimetro del territorio Nato», mentre il Pentagono annunciava l’invio di ulteriori 7000 soldati in Germania.

Decine di vittime tra civili e militari

Per l’esercito di Putin il primo giorno dell’attacco è stato «un successo». Mosca afferma di aver distrutto 83 obiettivi militari, incluse 11 piste d’atterraggio, una base navale e tre centri di comando. Forti esplosioni e scontri si susseguono a Odessa, Kharvik, Mariupol, Leopoli e Kiev. Missili piovono anche dalla Bielorussia, dove però il presidente Alexander Lukashenko giura che al momento le sue truppe non partecipano all’invasione. E dalle autoproclamate repubbliche separatiste del Donbass di Lugansk e Donetsk, da cui tutto è partito, i miliziani sfondano verso Mariupol. Un assedio apparentemente senza scampo. Le vittime si contano a decine, tra civili e militari.

«Offensiva per decapitare il governo di Kiev»

Secondo Kiev, sono almeno 57. Il comando militare denuncia anche il bombardamento di un ospedale nella regione di Donetsk, con almeno 4 vittime e 10 feriti, tra cui 6 medici. Oltre 200 attacchi in dodici ore disseminati in tutto il Paese, più di cento missili sparati secondo il Pentagono. L’esercito ucraino rivendica l’abbattimento di alcuni aerei ed elicotteri nemici e l’uccisione di «50 occupanti», ma la sproporzione di forze appare drammatica. Dopo aver mobilitato i riservisti, Kiev impone la legge marziale, chiama i civili alle armi e fa appello alla donazione di sangue per i soldati feriti. Una difesa strenua, ma disperata. L’intelligence occidentale riconosce la «totale superiorità aerea» su Kiev. «Ci aspettiamo diverse fasi nell’attacco», prevede il Pentagono. Siamo insomma solo all’inizio, a meno di una resa, perché, avverte l’amministrazione Usa, l’offensiva mira a «decapitare» il governo di Kiev. Un obiettivo del resto esplicitamente dichiarato dal Cremlino, che afferma di voler così «denazificare» il Paese. La risposta dell’Occidente a questo «atto brutale di guerra», come lo definisce il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, è tutta in una sfilza di sanzioni definite «senza precedenti» per colpire la crescita economica e la capacità della Russia di modernizzare i propri armamenti.

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