COSENZA E’ Franco Bruzzese l’ultimo collaboratore di giustizia a sottoporsi all’esame del pm Vito Valerio ed al controesame del collegio difensivo nel corso del procedimento in Corte d’Assise a Cosenza che mira a far luce sull’omicidio di Luca Bruni detto “Bella Bella”. Il corpo del giovane fu ritrovato sotterrato nelle campagne di Castrolibero, in località Orto Matera. Nel procedimento sono imputati Luigi Abbruzzese (difeso dagli avvocati Cesare Badolato e Paolo Pisani) e Marco Abbruzzese (difeso dagli avvocati Cesare Badolato e Antonio Quintieri).
Franco Bruzzese (rappresentato dall’avvocato Tessitore) in videoconferenza ripercorre le fasi precedenti il delitto di Luca Bruni. Nel corso dell’interrogatorio reso successivamente alla decisione di collaborare con la giustizia, Bruzzese parla di tutto: dei traffici di droga, delle estorsioni, dell’associazione Rango-Zingari di cui era reggente e poi del delitto del rampollo dei “Bella Bella”. «Mi trovavo in carcere ad Avellino, quando Carlo Lamanna mi scrisse annunciandomi l’invio di un plico con le intercettazioni in carcere dei fratelli Bruni, decisi a a collaborare con la giustizia». Il plico arriverà in cella e Bruzzese inizierà a pensare al delitto. «Nel luglio del 2011 mi furono concessi cinque giorni di permesso, uscito ho incontrato Maurizio Rango, Adolfo Foggetti, Ettore Sottile e Francesco Patitucci, che mi regalò un Breil. Ho mostrato loro le intercettazioni». A quel primo incontro, seguirà una seconda riunione qualche mese dopo, quando nell’ottobre del 2011 Bruzzese lascerà il carcere per fine pena. «Appena tornato a casa ho subito incontrato le stesse persone presenti alla prima riunione e i fratelli Abbruzzese (Marco, Luigi e Nicola). I “Banana”, questo il soprannome della famiglia Abbruzzese, «sparavano a chi volevano loro e non andava bene – dice Bruzzese – appena uscito dal carcere gli ho detto che dovevano sparare a chi dicevo io e quando ero io a chiederlo. In cambio gli feci arrivare l’eroina da spacciare, visto che avevano avuto discussione con i fornitori di Cassano allo Ionio». Con i “Banana” Bruzzese è legato da vincoli di parentela. «Sono i figli di mio cugino Fiore, ecco perché li ho presi con me. Mi fidavo perché erano di famiglia e sapevano il fatto loro». La fiducia riposta nei fratelli “Banana” convince Bruzzese ad affidargli un ruolo nel delitto Bruni. Il pentito precisa però che del loro coinvolgimento non sapevano nulla «Adolfo Foggetti e Daniele Lamanna» e motiva la scelta: «non mi fidavo di loro perché erano amici di Luca Bruni e non sapevo nemmeno se fossero stati capaci di portare a termine l’omicidio».
Sulla riunione precedente l’omicidio di Luca Bruni, si consuma uno scontro verbale tra l’accusa rappresentata in aula dal Pm Vito Valerio e le difese. Il pubblico ministero pone domande a Bruzzese su chi avesse preso parte al summit e il collegio difensivo le reputa «ripetitive» arrivando a chiedere l’eccezione di nullità. Il pm riformula la domanda e il pentito in videoconferenza sostiene di aver incontrato a casa sua Luigi Abbruzzese, Ettore Sottile e Maurizio Rango. In quell’occasione «ho detto a Luigi di andare con Maurizio sul luogo dell’uccisione di Bruni e di portarsi suo fratello e che se Foggetti e Lamanna non avessero fatto fuoco, avrebbe dovuto pensarci lui». Sull’esecuzione dell’omicidio, Bruzzese riferisce della presenza sul luogo del delitto di Marco Abbruzzese, Maurizio Rango e Ettore Sottile «nascosti», mentre Foggetti e Lamanna si sarebbero occupati del lavoro sporco. «Hanno sentito lo sparo e sono usciti fuori, hanno visto Luca Bruni a terra pieno di sangue». A raccontare tutto a Bruzzese fu Maurizio Rango, come sostenuto dallo stesso collaboratore di giustizia. «La sera vennero sotto casa mia Rango, Sottile e Marco Abbruzzese. Adolfo Foggetti arrivò dopo».
Il Pm conclude l’esame e le difese chiedono l’acquisizione dei verbali resi da Bruzzese nel 2016. Che conterrebbero – sostengono gli avvocati della difesa – «dichiarazioni in contrasto con quanto asserito oggi in udienza da Bruzzese in riferimento ai particolari dell’omicidio Bruni». Il pubblico ministero acconsente alla richiesta e la Corte dopo una breve Camera di Consiglio ammette l’acquisizione e consente solo all’avvocato Quintieri (che ne aveva fatto richiesta) di porre due domande a Bruzzese. Il pentito risponde alle sollecitazioni del legale e ribadisce di aver saputo dei dettagli del delitto direttamente da Maurizio Rango e confessa di «aver tenuto prima dell’agguato mortale diverse riunioni e ad alcune hanno partecipato anche Lamanna e Foggetti, quest’ultimo non mi ha mai parlato della presenza di Marco Abbruzzese sul luogo del delitto». La Corte, infine, in accordo con il pm ha nuovamente rigettato la richiesta di escussione di Maurizio Rango avanzata dall’avvocato Quintieri. Nella prossima udienza inizieranno le discussioni.
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