CORIGLIANO ROSSANO «Con l’inserimento della statale 106 nella rete T-Ten l’Unione europea riconosce che la dorsale jonica è un elemento fondamentale per la rete di trasporti europei, quindi vincola il governo a investire per il potenziamento della statale 106. Dobbiamo, quindi, rivendicare l’intervento del governo in tal senso». È quanto dichiara l’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Vincenzo Sofo, intervenuto a Corigliano Rossano, in un incontro sulla statale 106 organizzato dall’associazione Basta vittime sulla statale 106 con il presidente Leonardo Caligiuri e il responsabile del comitato scientifico, Fabio Pugliese. Al tavolo dei relatori c’era anche il dirigente nazionale Ernesto Rapani.
L’inserimento dell’arteria nella rete T-Ten apparentemente non sembra una “vittoria”. «Peccato che il governo abbia previsto zero euro dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, per il rifacimento, potenziamento e messa in sicurezza della statale. Adesso che anche l’Unione europea dice che questa strada fa parte della rete e dei trasporti di mobilità europea, dobbiamo rivendicare dal governo lo stanziamento di risorse ad hoc, sufficienti e necessari».
Una battaglia che Sofo sta portando avanti con «Wanda Ferro, gli assessori e il gruppo consiliare regionale – evidenzia ancora l’eurodeputato – e tutto il partito che si è subito dimostrato particolarmente sensibile alla tematica. Una battaglia, per noi, fondamentale per la sicurezza dei calabresi, dopo le tante morti, e per lo sviluppo del territorio. È impensabile immaginare uno sviluppo complessivo della Calabria tagliando fuori lo Ionio, e non possiamo immaginare un Paese ancor più sviluppato senza il Meridione».
«E prima che l’Ue, bisogna fare in modo che l’Italia sia vicina alla Calabria; dobbiamo essere noi a fare lobbing come fanno gli altri Paesi in Europa. Bruxelles non è altro che una arena dove si scontrano vari gruppi di interesse territoriali, quindi dovremo essere bravi e capaci a rivendicare il ruolo della Calabria. Se non siamo noi a farlo nello scacchiere internazionale non possiamo certo pretendere che siano altre Nazioni o altri Stati a rivendicarlo per noi». (lu.la.)
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