COSENZA «Non cessa di stupire l’interventismo paternalistico del neosindaco quando assegna e distribuisce o revoca ruoli e funzioni, come i compiti da fare a casa, assumendo l’aura del dilettante sovranista sulla composizione della sua maggioranza e dimostrando di aver confuso una nostra convergenza dovuta e tipica da ballottaggio (dopo i suoi soli 8000 voti conseguiti), al fine di scongiurare una vittoria della Destra, con la corresponsabilità della gestione amministrativa. Materia questa sulla quale invece abbiamo sempre rivendicato il diritto-dovere di esprimere le nostre riserve sulla promessa discontinuità amministrativa di cui il Comune capoluogo ha assoluto bisogno». Così replicano al sindaco di Cosenza, Franz Caruso, i consiglieri comunali Bianca Rende e Francesco Luberto.
«Presentando una lista autonoma da sindaco, non abbiamo mai lasciato intendere di potere e volere entrare in una maggioranza organica, rigettando così il rischio di una qualsiasi corresponsabilità che un ingresso in Giunta, la presidenza di qualche Commissione o altre fumisterie avrebbero potuto comportare. Il nostro concetto di buon governo – prosegue la nota – si traduce nella autonoma determinazione di votare solo gli atti che convergano verso il bene della città e, nel contempo, contrastare quelli che si ritenga vadano nella direzione opposta. Nessuno potrà mai impedirci, ad esempio, la denuncia per tempo e prima di chiunque altro di scelte di collaboratori che nascondono, dietro una formale gratuità, una vera e propria bulimia di potere anch’essa figlia di una vecchia e superata logica correntizia priva di qualsivoglia forma di rinnovamento».
«Stesso discorso – avanzano Rende e Luberto – vale per l’aumento delle indennità, obbligatorio solo dal 2024 (non confondiamo le idee a cittadini che sono molto meno sprovveduti di quanto si immagini) e per il quale abbiamo posto solo una questione di opportunità e rendimento attuale a fronte della penuria di sostegni a favore della popolazione bisognosa».
«Quello di esprimere il nostro pensiero è un diritto-dovere affidatoci dagli elettori e nessuno, nemmeno i soliti manovratori di persone in buona fede ma comunque coinvolte, può metterlo sotto banco o in discussione. Respingiamo con fermezza il ricorso all’innalzamento di muri anacronistici che mortificano la missione di un sindaco al di sopra delle parti perché eletto direttamente a prescindere dai soliti “cerchi magici” che ne offuscano l’identità col fanatismo delle polemiche più cervellotiche. Questo è l’impegno – concludono i due consiglieri comunali – che abbiamo preso con la città e che ci proponiamo di portare avanti con coerenza e trasparenza. Chi vivrà vedrà…ma si annuncia un nuovo capitolo di democrazia municipale».
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