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Emergenza carceri, «a Catanzaro solo 5 medici (sui 14 previsti) per oltre 600 detenuti»

La denuncia di Uilpa: «La situazione andrà peggiorando, con la fine dello stato di emergenza scadrà il contratto a tantissimi sanitari»

Pubblicato il: 25/02/2022 – 11:34
Emergenza carceri, «a Catanzaro solo 5 medici (sui 14 previsti) per oltre 600 detenuti»

ROMA «Adesso è vera e propria emergenza sanitaria nelle carceri del Paese, dove in molti casi non si riesce a garantire l’assistenza ai detenuti per carenza di medici di base e specialistici, con pesantissime ripercussioni sulla salute dei reclusi e sulla stessa sicurezza dei penitenziari». Lo denuncia Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. «Il 70 per cento dei detenuti soffre di almeno una malattia, ma fra questi la stragrande maggioranza è affetta da molteplici patologie e, non di rado, necessita di assistenza sanitaria h24 che invece non si riesce a garantire – prosegue il Segretario della Uilpa. Per rendere l’idea, a Bologna con 772 detenuti sono in servizio solo 4 medici di base, sui 16 previsti; a Catanzaro, con 642 ristretti, sono invece 5 i medici in forza, su 14 previsti. E così, a macchia di leopardo, più o meno in tutto il Paese. Stiamo assistendo a giornate in cui i sanitari devono decidere chi curare per primo e ad attese di molte ore per coloro che avvertono malori di varia natura. Vi è evidentemente un problema di organici del personale sanitario – spiega ancora De Fazio –, ma si assiste anche a una certa ‘fuga dalle carceri’, poiché come denunciamo da tempo sono ormai saltati persino i canoni minimi di sicurezza e ogni giorno si contano minacce, aggressioni e feriti tra le file della Polizia penitenziaria, ma anche dell’altro personale, ivi compresi i sanitari. A questo si aggiunga che con la fine dello stato di emergenza, a meno di interventi normativi, scadrà il contratto per oltre 500 operatori socio-sanitari assunti per far fronte alla pandemia da Covid-19. Tutti fattori, peraltro, che minano ulteriormente l’ordine e la sicurezza interna, sia per le proteste dovute alla mancata assistenza, sia per la frequentissima necessità di ricorrere, specie nelle ore notturne, all’intervento del personale del 118 o a visite e ricoveri presso strutture ospedaliere esterne, che tolgono altre donne e uomini alla Polizia penitenziaria, già in deficit di 18mila unità. Da ieri, per di più, con il preannunciato congedo del Capo del Dap, Bernardo Petralia, le carceri non hanno neppure una guida stabile e con mandato pieno. Rivolgiamo pertanto l’ennesimo appello alla Ministra Marta Cartabia, al Ministro Roberto Speranza e al Presidente Mario Draghi – conclude – affinché affrontino compiutamente la grande questione penitenziaria, fatta di una sommatoria di emergenze, e che da tempo lede la dignità umana di chi vive e lavora nelle carceri, ma che inficia pure la credibilità del Paese e dei suoi governanti».

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