Oltre trent’anni fa feci ingresso nella Scuola penalistica calabrese, entrandovi dalla porta principale, ossia dallo studio dell’avvocato Armando Veneto in Palmi Calabro.
Da quel grande magistero umano e professionale, ho appreso tutto e sempre sono rimasto memore e riconoscente del sapere che, con tanto amore, mi è stato trasmesso.
E di quell’enorme bagaglio di umanità e competenza sono stato sempre orgoglioso anche quando vedevo tanti giovani che, non avendo avuto la fortuna d’essere suoi allievi, cercavano, in tutti i modi, d’intestarsi una qualche sua considerazione, anche soltanto per darsi un tono…
Mi ricordo quando, al suo ottantesimo anno, lo festeggiammo con un volume a mia cura dal titolo “Studi in onore di Armando Veneto”, nel corpo del quale sono raccolti scritti dei più importanti studiosi di diritto penale, dei suoi numerosissimi allievi che negli anni hanno varcato la soglia del suo Studio in Viale delle Rimembranze!
Fra questi tanti avvocati, magistrati, prefetti della Repubblica, alte personalità del mondo della cultura.
Oggi, voglio parlare della Scuola di deontologia e di correttezza professionale che noi tutti negli anni abbiamo toccato con mano: quanto rende inverosimile, inammissibile, sconcertante, assurdo, illogico ed inaudito il verdetto pronunziato oggi a Catanzaro.
E lo dico col massimo rispetto per le sentenze che proprio Armando Veneto mi ha insegnato, un uomo che ha sempre trasmesso ai propri allievi ed a chiunque lo abbia conosciuto, il profondo rispetto per le regole, la giurisdizione, la legge.
Ecco, da questo leone, d’infinito coraggio e determinazione nel perseguire la verità è la giustizia, mi aspetto ancora tanti insegnamenti e, fra questi, la lezione di sempre: lottare con tutte le proprie forze perché la giustizia trionfi non contro qualcuno o qualcosa ma per il bene della collettività.
Perché il processo penale è equilibrato confronto per l’ottenimento del giusto e del vero, attraverso un’alleanza fra magistrati ed avvocati.
Ed anche le Sue mille battaglie per il giusto processo non sono mai state connotate da garantismo peloso o, peggio, da interessati corteggiamenti. Armando Veneto ci ha insegnato, infatti, che il potere non mette paura al giusto ma soltanto a chi vi si trincera o lo oltraggia per compiere iniquità.
Li riconosci subito i prepotenti, che operano con abusi e soprusi più o meno visibili.
Ed anche se queste azioni producono angherie ed un acuto dolore, se sei davvero suo discepolo lo sai che la giustizia e l’onestà sono sempre gentili, non forzano mai la mano, non travisano e non offendono la verità.
Coraggio, Maestro, dopo una vita trascorsa nella disciplina e nell’onestà, non verrà certo la notte ad adombrare la stella più splendente del firmamento.
*Avvocato
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