COSENZA «La protesta e il dissenso espressi in una pacifica contestazione rappresentano il sale della democrazia. Ciò che stupisce e risulta oltretutto assurdo è che, per soffocare e provare a tacitare una ribellione pacifica e di popolo, si possa ricorrere a strumenti coercitivi che nulla hanno a che vedere con quel confronto che dovrebbe essere costantemente ricercato da chi governa una città.È assurdo che il Sindaco di Cosenza chieda la testa del dirigente scolastico Massimo Ciglio a cui va tutta la nostra incondizionata solidarietà. Ciglio è reo di agire per difendere insieme alla comunità scolastica, bambini, tanti genitori e personale della scuola, se vogliamo anche attraverso una cartellonistica piuttosto colorita e ironica, uno spazio pubblico, di relazione e socialità, contro la riapertura al traffico e allo smog». Lo dice, in una nota, Pino Assalone, coordinatore regionale di “Democrazia e lavoro”, sinistra Cgil. A Cosenza, la richiesta di rimozione del preside, avanzata dal primo cittadino Franz Caruso, tiene banco da un paio di giorni.
Il nodo della questione è la cancellazione della piazzetta sorta davanti all’istituto scolastico di via Misasi per scelta della vecchia giunta comunale. La decisione di ripristinare la strada per decongestionare il traffico ha provocato una protesta da parte di genitori e bimbi delle scuole elementari. Con qualche cartellone – alcuni coloriti, altri ritenuti offensivi – che ha indispettito il sindaco. Oggi, dopo la solidarietà espressa al dirigente scolastico dal consiglio d’istituto, la sinistra Cgil si schiera al fianco di Massimo Ciglio, figura storica della sinistra cosentina.
«Provare ad imbavagliare il dissenso, con una protervia intrisa di una cultura priva della discussione democratica, denota – si legge nella nota – un processo involutivo rispetto ad una città che per storia, cultura, tradizione e spirito civico, ha sempre avuto il merito di ritenere imprescindibile la dialettica e il confronto, quali elementi sostanziali della partecipazione attiva alla vita sociale e politica. Pensare di ostacolare e impedire la critica e l’obiezione ricorrendo alla punizione amministrativa nei confronti del dirigente scolastico è un segnale di grande debolezza politica, che getta nuvole dense di contraddizioni su questa amministrazione che nei suoi primi Cento giorni ha suscitato notevoli perplessità per la manifesta incapacità di segnare l’indispensabile cambio di marcia e per il non proporsi come soggetto politico innovativo». Per Assalone, «il sindaco Caruso con il suo gesto attacca quel modello di scuola nel suo complesso che non si piega ad alcuna logica di potere. Nel momento in cui chiede agli organi preposti provvedimenti severi nei confronti di chi rappresenta sul piano istituzionale la scuola stessa, il sindaco compiendo un’incursione inaccettabile entra a gamba tesa sul ruolo che la scuola svolge, sulla sua funzione di formatrice delle coscienze dei futuri cittadini. La scuola è il luogo laico del confronto quotidiano, affidato ai tanti docenti e al personale Ata. In questi giorni difficili per la Scuola cosentina ed italiana, abbiamo chiesto che i dirigenti scolastici diano sempre maggiore voce ai bisogni degli studenti. Al contrario il sindaco Caruso si oppone alla costruzione di una scuola che sviluppi processi di dibattito di fronte all’apatia del confronto quotidiano».
Assalone chiude con una richiesta: «Il sindaco ritiri immediatamente l’inoltro di quella richiesta e ricrei un clima di vero dialogo ponendosi all’ascolto ed accettando il dissenso come strumento di crescita democratica. Utilizzi il suo preziosissimo tempo per risolvere i tanti problemi di cui è afflitta questa città, a cominciare dalla progettazione di un attento piano generale del traffico urbano che sia sostenibile e in grado di delineare una mobilità che tenga conto delle esigenze cittadine, e di un piano che potenzi gli spazi verdi, pubblici, vicino proprio agli edifici scolastici».
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