Ultimo aggiornamento alle 18:44
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

l’inchiesta

Il mistero del centro commerciale: «Comprato a 4,5 miliardi di lire, ceduto per 30mila euro»

Per la Dda di Catanzaro la società che gestisce i “Due Mari” è stata la «cassaforte» della famiglia Perri. Le anomalie nei conti per gli inquirenti

Pubblicato il: 27/02/2022 – 15:31
di Pablo Petrasso
Il mistero del centro commerciale: «Comprato a 4,5 miliardi di lire, ceduto per 30mila euro»

LAMEZIA TERME Del complesso aziendale del Centro commerciale “Due Mari” fanno parte otto fabbricati e numerosi terreni che circondano l’area, uno dei punti di riferimento per lo shopping nel Lametino e non solo. Il decreto che dispone il sequestro della struttura (che rimane aperta) e di un patrimonio monstre da 800 milioni riconducibile ai fratelli Francesco, Pasqualino e Marcello Perri ricostruisce i termini della nascita del centro commerciale. Dagli atti emerge una grossa anomalia che riguarda uno dei momenti della vita dell’azienda. I magistrati della Dda di Catanzaro e i militari della Guardia di finanza del capoluogo provano a ricostruirla. 

L’acquisto a 4,5 miliardi e gli investimenti per la cittadella commerciale

La società viene costituita nel 2001 «da persone estranee alla famiglia Perri», si legge nell’atto, «e nella annualità 2000 i titolari della stessa hanno venduto l’intero capitale sociale al valore di lire 4 miliardi 521milioni di lire alle società nella titolarità della famiglia Perri». Ovviamente, nella galassia degli imprenditori lametini, la “Centro commerciale Due Mari srl” è «uno dei soggetti giuridici più importanti». L’evidenza discende «dal fatto che la società in questione ha la titolarità giuridica degli immobili che vengono utilizzati per la gestione dell’attività economica posta in essere in seno al Centro commerciale». Quella srl si occupa anche «della gestione delle singole unità locali di cui si compone l’intero centro commerciale». Nel corso degli anni, la struttura si è ampliata. Dopo la cessione, infatti, la società «ha avviato le attività di edificazione della sede operativa e degli affari, nota adesso come Centro Commerciale Due Mari». Un’operazione che – ricostruiscono gli inquirenti – avrebbe «visto nel corso degli anni la messa in atto di forti investimenti con impegnative anticipazioni monetarie effettuate dai soci». 


“Gruppo Perri”, storia di un impero nato da un comparaggio di ‘ndrangheta


«Società venduta nel 2004 a 30.600 euro» 

Con il tempo, in sostanza, ci si aspetta che la società abbia accresciuto il proprio valore, anche alla luce degli investimenti che hanno portato alla creazione di una vera e propria cittadella commerciale. E invece, stando alle transazioni riportate nel decreto, non sarebbe così: «A distanza di qualche anno, a seguito di un importante accrescimento patrimoniale posto in essere in seno alla Società Due Mari srl, i fratelli Perri e la madre di questi acquistano al solo valore nominale l’intero capitale sociale di una società che ha triplicato i propri investimenti e il proprio patrimonio». Il riassunto della vicenda è sottolineato dagli inquirenti: «Una società acquisita nel 2000 al valore di 4 miliardi 521milioni di lire viene venduta nel 2004 al solo valore di 30.600 euro, tra l’altro con un patrimonio accresciuto». Una operazione, è la conclusione, «che non ha nessuna ragione economica e non può fondarsi su nessuna regola di mercato». 

Gli inquirenti: «Era la cassaforte della famiglia Perri»

Gli inquirenti ipotizzano che la società sia stata utilizzata «come una sorta di cassaforte per la famiglia Perri, poiché dall’esame dei bilanci è emersa la presenza di crediti della società nei confronti dei soci persone fisiche». Dai bilanci di esercizio sarebbe emerso, «unicamente a decorrere dall’annualità 2015 in poi», la presenza di crediti vantati dalla società verso cinque soci: si tratta di somme comprese tra 350mila e 560mila euro, per un totale che sfiora i 2,5 milioni di euro. «Dalla documentazione contabile – specificano gli inquirenti – non è possibile approfondire detta voce di bilancio, ma a quanto pare, la società avrebbe dato liquidità in via individuale a tutti i componenti la famiglia Perri». (p.petrasso@corrierecal.it)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x