Lo afferma sul suo canale Telegram il servizio statale per le comunicazioni, secondo quanto riferito dalla Ukrainska Pravda. Secondo le stesse fonti un missile russo ha colpito un edificio residenziale nel centro di Chernihiv. L’edificio è in fiamme ma ancora non si sa se e quante persone siano rimaste coinvolte. La Bielorussia sarebbe sul punto di unirsi alle truppe russe nella guerra in atto in Ucraina: lo riporta il Kyiv independent citando non meglio precisate “fonti” e aggiungendo che l’entrata in guerra della Bielorussia potrebbe avvenire “nel giro di ore”. La decisione sarebbe stata presa e il primo aereo da trasporto Ilyushin Il-76 potrebbe decollare alle 5 del mattino ora locale trasportando paracadutisti. Nelle scorse ore in Bielorussia è passato un referendum costituzionale che consentirebbe alla Russia di installare armi nucleari sul suo territorio, escludendo però ogni “aggressione militare dal territorio” della Bielorussia. Sull’orlo della crisi nucleare mondiale, Kiev e Mosca decidono di trattare. Mentre l’Ucraina resta assediata dalle forze nemiche, con la capitale sotto le bombe e la battaglia che infuria a Kharkiv, la porta dell’est, Vladimir Putin mette in stato d’allerta il sistema difensivo atomico della Russia, spingendo le delegazioni a incontrarsi lunedì sulle sponde del fiume Pripyat, alle porte della Bielorussia. Un terreno di confine preteso dal governo di Volodymyr Zelensky per motivi politici e di sicurezza, dopo che Alexander Lukashenko aveva permesso l’invasione anche dal suo territorio. La drammatica accelerazione di Mosca, con l’evocazione dello spettro nucleare, segna una nuova fase nella strategia del conflitto, con un fronte allargato come mai prima d’ora. Riuniti i vertici militari, il presidente russo ha scandito l’annuncio che rischia di far ripiombare il mondo nell’incubo della guerra atomica. “Ordino al ministro della Difesa e al capo di stato maggiore di mettere in allerta speciale le forze di deterrenza dell’esercito russo, in risposta alle dichiarazioni aggressive dell’Occidente”, ha disposto Putin. Parole che d’un colpo esasperano la dimensione della crisi. Per il Pentagono, si tratta di “un’escalation” che rischia di sfociare in un errore di calcolo e può rendere “le cose molto più pericolose”. Ma gli Stati Uniti hanno “fiducia nel fatto che possono difendersi e difendere gli alleati”. Sulla reale entità della minaccia, la Difesa americana non si sbilancia, mentre Berlino parla di una mossa dettata dalla frustrazione per la frenata dell’offensiva. Anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha condannato la “retorica aggressiva”, mentre il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha convocato una nuova riunione d’urgenza lunedì. Le trattative per un cessate il fuoco si annunciano quindi in salita ma quanto mai urgenti. Un colloquio “senza precondizioni”, ha assicurato Zelensky, che non nasconde le difficoltà. “Non credo molto all’esito di questo incontro, ma proviamoci”, ha avvertito il presidente diventato il simbolo della resistenza ucraina, che da Minsk ha incassato la promessa di una tregua nella zona dei colloqui. L’ok di Kiev ai negoziati è giunto sul filo del gong dell’ultimatum dato da Mosca, mentre il suo ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha giudicato l’allerta nucleare come un modo per “mettere pressioni”.
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