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Sanità, Fismu: «La Regione non ha un progetto moderno di investimento del Pnrr»

Il segretario della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti, Esposito: «Si rischia di sprecare le risorse in piccole e vecchie strutture»

Pubblicato il: 28/02/2022 – 13:46
Sanità, Fismu: «La Regione non ha un progetto moderno di investimento del Pnrr»

CATANZARO «Rischiamo uno sterile ritorno al passato». Questo il duro giudizio sulle proposte sanitarie della Regione Calabria e sugli investimenti del Pnrr di Francesco Esposito, segretario nazionale di Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu (affiliata Cisl Medici).
«I segnali che arrivano dalla Regione – spiega – sono fonte di grande preoccupazione. Nei piani regionali leggiamo del recupero di ex strutture (art.20) già fallite 20 anni fa e che rischiano di fare la stessa fine oggi, in assenza di una seria riorganizzazione dei servizi già esistenti e di un progetto complessivo che parta intanto dalla realtà e dall’ascolto dei protagonisti della sanità del territorio».
«Si paventa – sottolinea il segretario nazionale Fismu – la riapertura dei piccoli ospedali, ancora una volta con una impostazione populista, invece di dire, con onestà, che queste strutture vanno riconvertite, altrimenti rappresentano un pericolo per i pazienti stessi. Manca una visione complessiva, si prosegue con la logica dell’improvvisazione. Siamo alle solite».
«Serve un cambio di rotta – conclude Esposito – va fatto un piano concreto per intercettare, intanto, l’emigrazione sanitaria solo così usciremo dal perenne commissariamento della nostra regione. Si programmi, per tappe, con dialogo e con serietà, la riforma sia del territorio che della rete ospedaliera. Non ci sono più scuse ora che il presidente Occhiuto è stato nominato Commissario: urge uno sforzo vero per affrontare i problemi della sanità calabrese, bisogna armarsi di competenza, e con cognizione di causa, facendo sponda con i medici e le eccellenze (che esistono), utilizzare i fondi del Pnrr, scongiurando la possibilità che vadano sprecati o spesi male. Per esempio la rete dell’emergenza-urgenza (118) in Calabria è allo sfascio e ancora non ci sono proposte sul tavolo. Siamo sinceramente preoccupati per i cittadini e i medici calabresi che rischiano di vedere l’ennesima occasione sprecata».

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