LAMEZIA TERME Una macchina umanitaria che si è messa in moto in poche ore, raccogliendo entusiasmo, partecipazione e soprattutto una grande quantità di beni di primissima necessità. Una risposta doverosa e quasi necessaria, proprio mentre gran parte dell’Ucraina, invasa da quasi una settimana dall’esercito russo, fa i conti con un’escalation drammatica di bombardamenti e spargimento di sangue. E così, anche in Calabria, ci si riunisce tutti insieme in un cordone di aiuti e solidarietà inimmaginabile.
Intenzioni e azioni che si traducono in un via vai incessante di persone pronte a dare, materialmente, il proprio contributo. Sono bastate meno di 24 ore ai centri di Lamezia Terme e del lametino, nei comuni di Maida e Gizzeria, per accumulare tanti scatoloni già pronti per partire, a breve, e raggiungere i confini ucraini. Un insieme di braccia e mani che si stringono e, senza fatica, sistemano in fretta negli scaffali la merce che continua ad arrivare, preparano gli scatoloni e le etichette «così – spiega una delle organizzatrici al Corriere della Calabria – quando questi prodotti, tra cui cibo per bambini, medicine da banco, scatolame, latte e biscotti arriverà in Ucraina non si perderà tempo per sistemarla».
La risposta dei cittadini e della grande comunità ucraina presente sul territorio è stata notevole. «Manderemo tutti i pacchi alla frontiera – spiega Victoria, una delle organizzatrici dell’iniziativa – e lì, una volta arrivati, l’associazione “Savelife” raccoglierà i prodotti e li smisterà ai cittadini ucraini secondo le necessità. La prima spedizione avverrà già questo sabato, poi eventualmente le spedizioni saranno più frequenti».
Sono tanti e molto vari i prodotti raccolti finora, dal cibo a lunga conservazione – quello più richiesto – ai prodotti per l’igiene personale. Tanti anche i vestiti sebbene le necessità siano, allo stato attuale, diverse: «Dall’Ucraina ci chiedono maggiormente pannolini, cibi per bambini, medicinali e anche cibo per gli animali che stanno con le numerose famiglie che si trovano rifugiati nei bunker e nelle metropolitane. Anche perché allo stato attuale è impossibile per chi sta sotto le bombe procurarsi del cibo, è veramente difficile».
Un’iniziativa messa in campo in pochissime ore, giusto il tempo di trovare un magazzino disponibile, allacciare la corrente elettrica e sistemare la connessione ad internet, fondamentale per restare in contatto con i volontari ucraini. E mentre le trattative di pace non decollano e i bombardamenti, anche sui civili, si intensificano, la comunità ucraina nel lametino fa i conti con la drammatica realtà. «Per le prime due notti non ho dormito – ci spiega Dmytro – poi siamo riusciti a metterci in contatto con i nostri amici e con le nostre famiglie, e abbiamo deciso di organizzare questa raccolta di beni di prima necessità da mandare nel nostro Paese. Stiamo andando dalle farmacie, in ospedale, abbiamo chiesto aiuto ai sindaci di Maida, Lamezia e Gizzeria». «Un mio amico a Kyiv – spiega ancora – ha deciso di arruolarsi nella difesa territoriale. Ci sentiamo attraverso WhatsApp, cerchiamo di restare in contatto e magari anche sdrammatizzare. Ogni due o tre ore mi scrive per dirmi se è tutto a posto. Anche mia cugina è a Kyiv e dopo i primi due giorni nei bunker sotterranei è diventata una volontaria. C’è davvero tanto da fare».
Anche la comunità di Gizzeria, da un magazzino in località Mortilla, si è unita alla macchina della solidarietà. «Come “Comitato famiglie amici dei disabili” – ci spiega Danila Maruca -abbiamo abbracciato questa iniziativa perché siamo consapevoli come questa situazione drammatica riguardi tutti. Raccogliamo beni di prima necessità, diamo la priorità a pannolini, omogenizzati e latte in polvere per bambini». «Staremo qui sempre, anche nei fine settimana. Potrete donare qualsiasi cosa, anche una mascherina. Grazie alla popolazione di Gizzeria per questo senso di collettività e di unione». (redazione@corrierecal.it)
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