LOCRI Il Covid imperversa nella provincia di Reggio e colpisce 4 componenti, tra personale sanitario e medici, attivi nell’ospedale di Locri. Problema aggravato dalla stabile emergenza strutturale provocata dalla carenza di personale. Così, il direttore medico del presidio, si è trovato costretto a sopprimere drasticamente i posti letto riducendoli dagli attuali 16 a soli 4 (due di Utic e due di Cardiologia) posti fino a data da destinarsi.
L’allarme promana dal reparto Cardiologia, ma «coinvolge anche gli altri reparti», spiega il sindaco Giovanni Calabrese. «Questa è la situazione e purtroppo non possiamo fare nulla. – aggiunge – Il governo ha deciso di abbassare la guardia coi decreti che consentono ai positivi vaccinati di non stare in quarantena quindi possono crearsi queste problematiche». Secondo Calabrese «c’è carenza di personale sanitario, di medici. C’è un impegno del presidente Occhiuto a sbloccare le assunzioni considerato che negli anni passati l’Asp non vi ha proceduto affindandole – come annunciato – dovrebbe essere affidata ad Agenas».
Una linea confermata dal sindacato Fsi-Usae attraverso la responsabile territoriale Emanuela Barbuto: «Il vero problema – spiega al Corriere della Calabria – è la carenza di personale. Sono rimasti 6 medici di cui uno è positivo». La fotografia attuale è frutto di anni di «mancato ricambio».
«I cardiologi che sono andati in pensione o, ad esempio, quelli deceduti non sono mai sostituiti e negli anni non stati mai attivati dei concorsi. Abbiamo sempre denunciato queste criticità». Speranze si nutrono dopo quanto dichiarato da Occhiuto a proposito delle nuove assunzioni. «Coi precedenti commissari – continua Barbuto – c’è stato un immobilismo pazzesco. Il nuovo commissario alla Sanità in quasi un anno ha fatto tanti concorsi, anche per primari, ha attivato la risonanza. Ha fatto quello che la triade commissariale in tre anni non ha fatto».
«Purtroppo – aggiunge la sindacalisti – ci sarà un iter da seguire e i concorsi richiedono tempo». Nel mentre «l’alternativa per l’utenza di Locri sarebbe Reggio perché anche a Polistena avevo appreso di una riduzione dei posti».
Inoltre, si sconta l’aggravante già riscontrata negli anni precedenti dei concorsi deserti «in reparti dove mancano i primari e quindi il personale teme di andare allo sbando». Oppure perché «in Calabria non sono appetibili i contratti a tempo determinato o la gente sa di non andare in un ospedale, ma in un campo di guerra perché le risorse sono sempre poche e si è costretti a turni massacranti. Bisogna creare le condizioni affinché le persone partecipino». (redazione@corrierecal.it)
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