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l’indagine

Fingono la residenza a Vibo per ottenere l’“assegno sociale”, fiamme gialle sequestrano 120mila euro

L’indagine della procura ha svelato l’illecito di due coniugi residenti in Argentina che avevano attestato falsamente di risiedere in Calabria

Pubblicato il: 05/03/2022 – 8:47
Fingono la residenza a Vibo per ottenere l’“assegno sociale”, fiamme gialle sequestrano 120mila euro

VIBO VALENTIA I militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Tropea, nell’ambito delle funzioni di polizia economico-finanziaria a tutela della Spesa Pubblica Nazionale ed al contrasto delle frodi agli Enti Previdenziali ed Assistenziali, anche avvalendosi degli strumenti di cooperazione internazionale attivati per il tramite del Comando Generale II Reparto, hanno avviato specifici controlli finalizzati ad accertare le condotte di indebita richiesta, percezione e/o fruizione di prestazioni assistenziali, con specifico riferimento all’“Assegno Sociale”.
Tale misura assistenziale, che rappresenta uno dei principali strumenti attualmente in vigore di protezione sociale, è stata introdotta dalla legge 335/1995 e spetta ai cittadini che hanno compiuto 65 anni d’età, siano residenti e dimoranti effettivamente ed abitualmente in Italia e rispettino particolari condizioni reddituali, personali e patrimoniali.
Le investigazioni svolte dalle fiamme gialle di Tropea hanno permesso di accertare che due soggetti (marito e moglie), stabilmente residenti in Argentina ove, tra l’altro, hanno contratto matrimonio da oltre cinquant’anni, hanno richiesto all’Inps l’erogazione della misura assistenziale dell’ “Assegno Sociale”, attestando falsamente di essere residenti nella provincia di Vibo Valentia.
Dai mirati accertamenti di polizia giudiziaria, infatti, è emerso che i due coniugi, lungi dall’essere effettivamente residenti in Italia, vi hanno fatto ritorno solo sporadicamente, permanendo sul territorio nazionale per brevi periodi di tempo e che, quindi, non erano in possesso dei requisiti previsti dalla legge per l’erogazione del beneficio de quo, tra i quali è indispensabile la residenza effettiva, stabile e continuativa per almeno 10 anni nel territorio nazionale.
I due coniugi, pertanto, sono stati denunciati alla locale procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Camillo Falvo, il quale ha richiesto ed ottenuto dal gip l’emissione di un decreto di sequestro preventivo, avente ad oggetto la somma di euro 120mila circa, quale profitto illecito derivante dalla commissione del reato.
La procura della Repubblica e la Guardia Finanza proseguiranno l’azione di contrasto ad ogni forma di illecito nel settore della spesa pubblica, a tutela dell’economia, finalizzata a prevenire e reprimere condotte illegali dall’elevato disvalore sociale, in quanto tese a sottrarre risorse alle fasce più bisognose della popolazione, in un periodo di grave crisi a causa dell’emergenza da Covid-19.
I destinatari dell’attività di servizio sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva e avverso il provvedimento disposto sono ammessi i provvedimenti d’impugnazione previsti ex lege.

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