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l’arresto

Narcotraffico, catturato a Roma il latitante Giuseppe Campisi – VIDEO

Vicino alle cosche vibonesi, già detenuto per associazione mafiosa. Trovato sulla via Tuscolana, aveva parrucche, libri di Gratteri e green pass

Pubblicato il: 05/03/2022 – 9:12
Narcotraffico, catturato a Roma il latitante Giuseppe Campisi – VIDEO

CATANZARO Il Gico della guardia di finanza di Catanzaro e la Squadra mobile di Vibo Valentia, con il supporto dello Scico e dello Sco, su impulso della Dda guidata da Nicola Gratteri, hanno rintracciato e catturato a Roma il latitante Giuseppe Campisi, detto “Pino”, 62 anni, di Nicotera imputato per narcotraffico.
L’arrestato aveva scontato una precedente condanna a 30 anni per associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio (commesso a Milano) ed estorsione, dal 23 ottobre 2019 si era sottratto all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’ambito dell’operazione antidroga denominata “Ossessione” e coordinata dalla Dda di Catanzaro, che aveva consentito di disarticolare un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, i cui appartenenti operavano anche per agevolare la cosca Mancuso, operante in tutta la provincia di Vibo Valentia e nei territori di Nicotera e Limbadi.


L’individuazione del latitante, in prossimità della via Tuscolana della capitale, è stata possibile attraverso una ramificata e costante attività di controllo del territorio, svolta con le più moderne tecnologie, unitamente alla rivalutazione dell’ampio patrimonio info-investigativo disponibile sull’imputato e sui suoi familiari. Le indagini hanno consentito di accertare che, durante la latitanza, per evitare di essere riconosciuto, Campisi utilizzava delle parrucche e documenti di riconoscimento contraffatti (fra cui il green pass).
Giuseppe Campisi è lo zio di Antonio Campisi, quest’ultimo indagato per il tentato omicidio a Ionadi di Domenic Signoretta, ritenuto l’armiere del boss Pantaleone Mancuso, alias “l’Ingegnere”. Giuseppe Campisi è quindi il fratello del broker della cocaina Domenico Campisi, ucciso a Nicotera nel 2011 lungo la strada provinciale mentre si trovava in auto. Nell’ambito dell’operazione “Ossessione”, invece, Giuseppe Campisi avrebbe avuto un ruolo di spicco nell’organizzazione. Sarebbe stato il referente del clan Mancuso in Lombardia. In tale contesto, le indagini hanno fatto registrare come i vibonesi fossero in affari anche con esponenti legati al clan dei Mazzaferro di Marina di Gioiosa Ionica, da anni trapiantati nel milanese e nel comasco, in grado di smistare importanti quantità di narcotico in Lombardia. La posizione di Giuseppe Campisi per quanto riguarda l’operazione “Ossessione” è di competenza della Dda di Milano.

Nel covo anche il libro di Gratteri

C’erano anche due libri, “Complici e colpevoli” di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, e “I
Killer della ‘Ndrangheta” di Klaus Davi, tra il materiale ritrovato nel covo utilizzato a Roma dal latitante Giuseppe Campisi arrestato dalla Guardia di finanza e dai poliziotti della Squadra mobile di Vibo Valentia.
Nell’abitazione utilizzata da Campisi, sfuggito nel 2019 alla cattura nell’ambito dell’operazione “Ossessione”, sono state trovate parrucche e documenti di riconoscimento contraffatti, fra cui anche il green pass.

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