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Stabilizzazione precari, Fi: «Brunetti e Versace non sanno di che legge parlano»

I consiglieri regionali, metropolitani e comunali di Reggio Calabria ai facente funzione. «Tentativo di attacco al centrodestra mal riuscito»

Pubblicato il: 05/03/2022 – 14:07
Stabilizzazione precari, Fi: «Brunetti e Versace non sanno di che legge parlano»

REGGIO CALABRIA «Il tentativo d’attacco di Brunetti e Versace (qui la notizia) ai vertici della Giunta regionale, e quindi mirato al centrodestra, non solo è privo di fondamento tecnico, ma è proprio stupido, improntato esclusivamente alla provocazione politica senza contenuti. Farebbero certamente un gran favore a se stessi se tacessero, senza rivelare i limiti che hanno». I gruppi consiliari reggini di Forza Italia in Consiglio regionale, metropolitano e comunale, ribattono ai due facente funzioni di Reggio Calabria, «sbugiardandoli, rispetto a quella che pensavano fosse un’occasione ghiotta per colpire e invece si è rivelata l’ennesima occasione ghiotta per tacere».
«Una figuraccia sul piano amministrativo, politico ed anche intellettivo. Persino uno studente delle scuole medie leggendo con un minimo di attenzione avrebbe capito che la questione sollevata dal Ministero sulla legge regionale 25 giugno 2019 n.29 non riguarda minimamente la Città metropolitana e quindi i lavoratori di Reggio, bensì di altra Provincia calabrese. Rispetto al percorso di stabilizzazione in oggetto, infatti, nell’ambito della Città metropolitana non è cambiato assolutamente nulla. I lavoratori di Reggio sono stati già stabilizzati, quindi non hanno nessun tipo di problema relativo alla Legge 42 (che è quella impugnata per motivi finanziari). Hanno proprio capito male e preso una cantonata».
«Insomma è lampante come questo becero tentativo di attacco – proseguono i consiglieri regionali Giovanni Arruzzolo, Giuseppe Mattiani, Giacomo Crinò; i consiglieri metropolitani Giuseppe Zampogna, Domenico Romeo; i consiglieri comunali Federico Milia, Antonino Caridi. Antonino Maiolino e Roberto Vizzari – sia del tutto privo di fondamento tecnico e politico. La norma impugnata riguarda tutt’altri lavoratori. Ciò ovviamente non significa che quelli colpiti dall’intoppo siano meno importanti. Tant’è che è già stato avviato (ben prima di questo sterile attacco) l’iter burocratico per cambiare la norma, compito che spetta al Consiglio regionale. Eppure il presidente Roberto Occhiuto ed il vice Giusi Princi, nel frattempo si sono fatti già carico della responsabilità di interloquire con i tecnici del Mef, trovando ampia disponibilità per migliorare la norma privandola dei vizi di forma e di legittimità contestati. È dunque del tutto evidente che di scontro politico non c’è minima traccia in tutta la vicenda. Non riusciamo a comprendere cosa abbiano capito Brunetti e Versace, che hanno tentato strumentalmente di fare un attacco al centrodestra ed alla Giunta regionale su un tema che disconoscono, anziché pensare ai problemi veri, non quelli inventati. Forse le principali preoccupazioni degli inquilini di Palazzo Alvaro e Palazzo San Giorgio – avanzano – sono quelle di stabilizzare gli interessi di ex assessori e mogli. Tutte queste sono prove plastiche di ignoranza amministrativa ed incompetenza politica, che palesano in maniera inequivocabile in quali mani è la gestione attuale delle due Amministrazioni di Reggio Calabria. Se prima di novembre si fossero sognati di indossare un giorno la fascia tricolore, si sarebbero svegliati tutti sudati».
«A noi – continua la nota – ricordano un po’ Pio & Amedeo, che però di mestiere fanno davvero i comici. La differenza sostanziale è che i due attori pugliesi usufruiscono di ottimi autori e registi, mentre i momentanei sindaci sono guidati da un regista sospeso, avulso dalla realtà e malinformato, che manda i suoi pupi sul palco allo sbaraglio, chiamandoli ad improvvisare. Anche stavolta i Pio & Amedeo di Reggio Calabria faranno finta di non sapere nulla, addossando le colpe a maldestri addetti stampa che si cimentano in incaute iniziative kamikaze? O si tratterà di un’iniziativa del regista occulto (ma non troppo) che ordina l’invio di comunicati senza dir nulla a loro due, chiamati poi anche a scusarsi? Ai lettori – conclude la nota – l’ardua sentenza. In ogni caso, il modus operandi è il solito: attaccare sull’aria fritta e poi fare spallucce dicendo di non essere a conoscenza dei comunicati a loro firma».

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