KIEV Undicesimo giorno di combattimento in Ucraina. La tregua annunciata ieri per l’apertura di corridoi umanitari è fallita e i russi preparano l’attacco via mare ad Odessa. Ieri c’è da registrare il tentativo del premier israeliano Bennett di avviare una mediazione con i russi.
Il premier è volato da Vladimir Putin. La febbrile giornata del capo del governo di Israele è poi proseguita a Berlino per un faccia a faccia con il cancelliere Olaf Scholz ma prima ha avuto modo di parlare al telefono con il presidente ucraino Zelensky.
Interrotto il secondo tentativo di evacuazione di Mariupol a causa degli attacchi russi. Il via alle operazioni di evacuazione era stato annunciato dal Comune ucraino. «L’evacuazione dei civili da Mariupol in Ucraina è iniziata alle 12:01 di domenica 6 marzo». Lo ha comunicato il servizio stampa del Municipio di Mariupol. «Secondo il Centro di coordinamento guidato dal capo dell’amministrazione militare e civile regionale di Donetsk Pavel Kirilenko, oggi, 6 marzo, dalle 10.00 verrà dichiarato un regime di silenzio fino alle 21.00 ora locale», si legge nella nota secondo quanto riporta l’Interfax.
Nella mattinata di oggi ci sono stati pesanti bombardamenti a ovest e a nord-ovest di Kiev e l’impatto delle esplosioni è stato sentito da team della Cnn a Kiev e nell’area a sud-ovest della città.
Due colpi di mortaio hanno colpito un checkpoint installato per consentire l’ingresso di civili in città dalla periferia.
Ci sarebbero vittime civili, anche bambini. Stesso copinone anche a Irpin dove le forze armate russe hanno sparato contro i civili, uccidendone almeno tre. Lo scrive il Kyyv Independent. Secondo questo media ucraino le truppe russe hanno deliberatamente preso di mira un ponte utilizzato dai civili per evacuare.
Sono più di 1,5 milioni i rifugiati fuggiti dall’Ucraina in 10 giorni, secondo quanto riferisce l’Onu. «In dieci giorni più di 1,5 milioni di profughi dall’Ucraina hanno attraversato il confine verso i Paesi vicini», ha scritto su Twitter l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, rilevando come si tratti del più rapido sviluppo di una crisi di rifugiati in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale.
La Cina si oppone a ogni mossa che «getta benzina sul fuoco» in Ucraina: lo ha detto il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, al segretario di Stato americano, Antony Blinken. Wang, secondo il quale Usa ed Europa dovrebbero prestare attenzione all’impatto negativo sulla sicurezza della Russia dell’espansione della Nato a est, ha chiesto negoziati per risolvere la crisi e trattative per creare un bilanciato meccanismo di sicurezza europeo.
Il terzo round di negoziati tra Kiev e Mosca si terrà domani, lunedì 7 marzo. A confermarlo il negoziatore russo Leonid Slutsky oggi durante una trasmissione streaming di Soloviev Live YouTube. Secondo quanto riporta la Tass, in un’altra dichiarazione a Russia-24, Slutsky ha detto che «durante il secondo round, la parte ucraina ha dimostrato capacità negoziale». «Si rendono conto che è in gioco la vita della popolazione, questa è la nostra comune priorità», ha aggiunto.
In precedenza anche il negoziatore ucraino, David Arakhamia, ha detto, con una dichiarazione su Facebook, che i colloqui riprenderanno domani. Non è stato ancora indicato dove si svolgeranno.
I parlamentari americani che hanno parlato in video collegamento con Zelensky hanno promesso di sbloccare presto i 10 miliardi di dollari chiesti da Joe Biden per fornire a Kiev aiuti umanitari, economici e militari. Lo riferiscono i media statunitensi, citando il leader dem al Senato Chuck Schumer.
E Joe Biden ha avuto in queste ultime ore un colloquio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La telefonata segue la visita del premier israeliano Naftali Bennett a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin. «Nell’ambito di un costante dialogo, ho avuto un’altra conversazione» con il presidente americano Joe Biden, ha affermato il presidente ucraino, sottolineando che «l’agenda ha incluso i temi della sicurezza, dell’assistenza finanziaria per l’Ucraina e le sanzioni alla Russia».
Intanto la situazione sul campo è difficile. La tregua per istaurare corridoi umanitari è saltata.
L’evacuazione di Bucha e Gostomel, vicino a Kiev, sono bloccate da spari contro i civili. A denunciarlo sono i residenti dell’area, secondo quanto riportato dai media locali. Le ricostruzioni parlano di almeno tre morti, fra i quali una volontaria che aveva appena consegnato cibo a un rifugio quando i russi hanno attaccato.
I russi vogliono assumere il controllo della diga della centrale idroelettrica Kaniv, che si trova a 150 chilometri da Kiev. L’allarme è stato lanciato dalle forze armate ucraine, secondo le quali i soldati russi si stanno dirigendo verso l’area.
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