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Magliocchi lancia un appello ai ristoratori: «Portate in tavola solo olio calabrese»

Il presidente del Consorzio: «L’Igp attesta le proprietà uniche del nostro olio, che per una ricerca è “curativo” per chi ha malattie ai reni»

Pubblicato il: 06/03/2022 – 10:30
di Fabio Benincasa
Magliocchi lancia un appello ai ristoratori: «Portate in tavola solo olio calabrese»

LAMEZIA TERME Il consumatore di oggi non si accontenta solo di “consumare” ma vuole conoscere la storia delle aziende dalle quali acquista e ancor di più vuole sapere “come” i principali alimenti di cui fa uso ogni giorno finiscano sulla sua tavola. E’ il consumatore, quindi, la parola chiave da tenere a mente per lo sviluppo e l’affermazione dei prodotti su un territorio e questo vale anche per l’olio, eccellenza e allo stesso tempo bene primario, che da materia prima alla portata di tutti sta diventando sempre più il simbolo di una produzione di qualità, del mangiare sano e della cultura gastronomica di un’intera regione. Se l’attenzione verso un prodotto cresce tutto il mondo che ci ruota attorno deve stare al passo coi tempi e riuscire ad offrire dei servizi legati al bene e all’esperienza che questo bene può regalare: «Intorno all’olio si può costruire una vera e propria offerta turistica ma sono ancora poche le aziende calabresi pronte a fare questo». A dirlo è Massimo Magliocchi, presidente del Consorzio di Tutela dell’Igp olio di Calabria nella trasmissione “In Primo piano” condotta da Danilo Monteleone in onda su L’Altro Corriere Tv (canale 16). «Sono riuscite ad attrezzarsi solo quelle imprese che hanno un frantoio aziendale o che hanno creato un agriturismo». Secondo Magliocchi oltre all’attenzione per la qualità, che ogni azienda deve avere in modo rigoroso, un altro passo da fare sarebbe quello di allargare sempre di più le potenzialità di un bene come l’olio, per farlo diventare occasione di scoperta e di conoscenza del territorio. «L’olio può essere un’opportunità per promuovere Calabria, come consorzio già da anni stiamo andando in questa direzione – ha dichiarato Magliocchi – un occhio di riguardo lo abbiamo riservato alle scuole alberghiere organizzando manifestazioni in giro per l’Italia e all’estero». Un’altra categoria fondamentale per l’affermazione dell’olio calabrese è rappresentata dai ristoratori: «Purtroppo ancora moltissimi – ha raccontato il presidente del Consorzio – portano sulle tavole dei loro locali delle bottiglie di olio anonime. Fuori regione, invece, l’olio protagonista dei piatti preparati dagli chef e quasi sempre è una materia prima che rappresenta il territorio». Non mancano le defaillances, quindi neanche nel mondo della ristorazione calabrese in tema di promozione e di valorizzazione delle nostre eccellenze secondo Magliocchi, che ha lanciato un appello ai ristoratori: «Anche per voi è un vantaggio l’Igp, contattate il consorzio e faremo diventare l’olio il vostro fiore all’occhiello. Se ci hanno conferito l’Igp è perché il nostro olio vanta proprietà uniche».

L’olio come alimento che nutre e “cura”

«Tempo fa è stato realizzato uno studio sulle proprietà benefiche della Cultivar carolea (una delle varietà più diffuse in Calabria) nelle persone con problemi ai reni. Al reparto di Nefrologia dell’ospedale di Cosenza a guidare la ricerca è stato il medico Renzo Bonofiglio – ha raccontato Magliocchi – che ha eseguito un esperimento scientifico riguardo alla somministrazione giornaliera dell’olio extra vergine calabrese nei pasti dei pazienti con problemi ai reni e malati che avevano subito trapianti. I risultati raggiunti – ha spiegato – hanno documentato i benefici ottenuti dalle persone sottoposte all’esperimento: accusavano minor dolore e la guarigione si è raggiunta in tempi più brevi. La ricerca – ha concluso Magliocchi sull’argomento – ha poi ottenuto una pubblicazione su una rivista scientifica». Questo è un esempio dei tanti articoli scientifici che approfondiscono il tema dei benefici salutistici dell’olio di oliva, quell’elemento cardine e insostituibile della dieta mediterranea, che secondo il presidente del Consorzio non solo racconta la nostra storia – in quanto le origini della regione sono legate alle pratiche agricole e dunque alle tecniche olivicole – ma perché può essere quell’eccellenza su cui costruire il futuro della enogastronomia calabrese. «Abbiamo fatto tanto come consorzio in questi anni – ha concluso – stiamo lavorando a fianco degli imprenditori per trasformare mentalità della tradizione e portarli sul binario della qualità e della cooperazione».

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