Finalmente si ammette che aver realizzato la nuova stazione ferroviaria di Catanzaro a Germaneto è stata una scelta inutile, servita solo per “bruciare” un po’ di denaro. Se poi si aggiunge che quella scelta è stata causa della dismissione della stazione di Catanzaro Sala, il giudizio per chiunque l’abbia deciso non può che essere di biasimo.
A distanza di anni i “cervelli” che hanno sostenuto l’iniziativa, facendola passare per una miglioria della Città, hanno dovuto ricredersi e ammettere che è stata un fallimento. E, siccome a correggersi c’è sempre tempo, adesso intenderebbero rimediare intestandosi il ritorno all’antico: ripristinare la vecchia stazione di Sala che altro non è se non la vera struttura al servizio della Città.
Ciò implica il ritorno all’antico tracciato, seppure con qualche modifica. Si parla, per esempio, di spostare la stazione di Catanzaro Lido più a Nord per consentire al quartiere marinaro di realizzare un nuovo piano della mobilità urbana ed espandersi utilizzando le aree tra la “106 jonica” e l’arenile. Un progetto che potrebbe servire anche ad alleggerire le critiche ed i commenti che sicuramente andranno a toccare i politici in un momento per loro delicato, stante l’approssimarsi delle elezioni amministrative.
Ritornare all’antico (senza considerare i milioni spesi per quella stazione inutilizzata perché senza senso pratico, priva di tutto, senza servizi, senza la biglietteria, senza collegamenti con la Città; insomma una ennesima cattedrale nel deserto utile solo alla crescita di erbacce) è considerato come un gesto di buonsenso, seppure tardivo. Comunque sia, sarà sempre una vicenda destinata a rimanere nella storia di Catanzaro per ricordare alle future popolazioni le “intelligenze” che l’hanno amministrata negli ultimi venti anni e che hanno sponsorizzato anche l’inutile opera di Germaneto. Anche per questo i catanzaresi considerano quel manufatto una “stazione fantasma” di cui nessuno si serve e che esprime le capacità di chi l’ha proposta in sincronia con la peggiore parentesi amministrativa di Catanzaro. Un capoluogo di regione che, giorno dopo giorno, ha assistito al suo declino fino a ridursi ad un borgo, privato della sua cultura e del suo fascino che gli venivano riconosciuti sin dai tempi antichi di Crotalia, città che faceva parte dell’area di Scolacium.
Catanzaro, purtroppo, è stata ridotta a un agglomerato urbano complicato da curare sia nella forma che nella sostanza. Una realtà che, purtroppo, emerge dal confronto con le altre città della stessa regione, nettamente più gradevoli e ordinate. Nasce anche da queste considerazioni il desiderio di vedere rifiorire Catanzaro perché ritorni agli splendori di un tempo.
Il programma va attuato cominciando col conoscere, in tempi accettabili, la moralità, la professione, la formazione culturale e politica e il grado di istruzione di ciascun candidato alle prossime elezioni amministrative. Serve per selezionare la classe politica che sarà chiamata a governare la Città e, dunque, che dovrà decidere quale sviluppo dare al territorio. Iniziative, queste, che altrove sono di ordinaria amministrazione perché rientrano nei servizi da rendere ai cittadini, secondo quell’opinione corrente che la politica, anche quella locale, ha bisogno di chiarezza sia circa il modo in cui si intende condurre sia per come inciderà sull’ambiente e, dunque, sulla qualità della vita dei catanzaresi.
Perché queste considerazioni non siano tacciate con la solita declaratoria “di basso profilo”, come spesso accade quando non si vogliono condividere, l’invito è di recarsi nell’aula consiliare del Comune di Catanzaro e assistere ad una seduta del civico Consesso. Si capirà come buona parte della classe politica che amministra la Città va mandata urgentemente a casa, salvo quelle rare eccezioni che pure ci sono all’interno di Palazzo Santa Chiara e che vanno salvaguardate. È un passo importante che gli elettori devono fare.
Catanzaro va consegnata ad amministratori che la sappiano governare con dedizione e capacità. Dirigere la Città significa ascoltare tutti e fare scelte anche impopolari. Il consenso deve nascere dalla credibilità, quindi dai programmi e dalle decisioni che l’amministrazione prende. Catanzaro ha una sua anima e un suo destino, sicché chi l’amministra deve impegnarsi a creare e distribuire benessere favorendo l’imprenditoria dalla quale avere ricadute economiche positive che, a loro volta, sono alla base dell’occupazione.
*giornalista
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