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Minacciati sindaco e consigliere comunale di Stilo. «La ‘ndrangheta non ammette ribellioni»

Distrutta da un incendio la casa del primo cittadino. Boss preoccupato per i controlli sugli allacci abusivi e sui pascoli abusivi al castello

Pubblicato il: 08/03/2022 – 10:57
Minacciati sindaco e consigliere comunale di Stilo. «La ‘ndrangheta non ammette ribellioni»

REGGIO CALABRIA Tra i 15 indagati, di cui cinque in stato di libertà, dalla Dda di Reggio Calabria nell’inchiesta “Doppio sgarro” che ha portato al blitz di stamattina contro le cosche di Stilo, c’è anche Giorgio Domenico Candido. Per lui il giudice non ha accolto la richiesta di arresto formulata dalla Direzione distrettuale antimafia ma il procuratore Bombardieri, l’aggiunto Lombardo e i pm Ferraiuolo e Cappelleri, accusano Candido di essere il mandante delle minacce lanciate al nipote Vincenzo Sorgiovanni, ex consigliere comunale di minoranza del Comune di Stilo la cui auto sarebbe stata danneggiata a colpi di arma da fuoco da un altro indagato, Cosimo Panetta, nel febbraio 2018. L’obiettivo, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato quello di condizionare le scelte di Sorgiovanni in modo da non farlo votare con la maggioranza del Comune di Stilo. L’Ente, nel maggio 2019, è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. L’anno prima la casa di campagna dell’ex sindaco Giancarlo Miriello è stata distrutta da un incendio il cui responsabile, secondo i carabinieri, sarebbe proprio il boss Fernando Spagnolo che voleva «costringere il sindaco di Stilo a non proseguire azioni di repressione contro gli allacci abusivi alla rete idrica». Stando alle risultanze dei carabinieri, inoltre, Fernando e Ilario Spagnolo erano soliti far pascolare le loro capre sulla cosiddetta «pineta del Monte Consolino e su un antico castello medioevale», area sottoposta a vincolo paesaggistico e considerata principale attrazione turistica del centro storico di Stilo. Secondo il gip Giovanna Sergi, la Dda di Reggio Calabria è riuscita non solo «a fotografare la tracotanza di una ‘ndrangheta che non ammette espressioni di ribellione e men che meno di titubanza». Ma l’inchiesta “Doppio sgarro”, condotta dai carabinieri, ha consentito di «attribuire quella spavalderia criminale a soggetti ben determinati, a carico dei quali può dirsi raggiunto un quadro di gravità indiziaria pieno e inequivoco». L’inchiesta, infine, ha consentito di far luce su un’associazione dedita al traffico di cocaina e marijuana a Placanica, Stignano, Caulonia e Pazzano. In quest’ultimo Comune, nel luglio 2018, gli investigatori hanno scoperto una piantagione di cannabis indica: 120 piante che sono state sequestrate e distrutte dai carabinieri.

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