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Carovita, Federconsumatori: «Aumenti oltre i 2.355 euro all’anno, una batosta per i calabresi»

Iannello: «L’ondata peserà per il 14,36% sul Pil pro capite della Calabria. Enti devono varare misure e sostegni»

Pubblicato il: 09/03/2022 – 11:04
Carovita, Federconsumatori: «Aumenti oltre i 2.355 euro all’anno, una batosta per i calabresi»

CATANZARO «Gli aumenti dei prezzi di beni e servizi di prima necessità non si arrestano e già nel 2021, secondo i dati Istat – si legge in una nota di Federconsumatori – hanno prodotto nuove differenze sociali sui consumi delle famiglie evidenziando la spaccatura tra i nuclei più abbienti (+6,2% consumi) e quelli meno abbienti (+1,7%). I rincari sopraggiunti in questo inizio di 2022 accresceranno divari e disuguaglianze fra famiglie e territori. Pane, pasta, farina, carne, carburanti, prodotti alimentari in genere, oltre a luce, gas e acqua, sono voci che crescono a ritmi inediti. L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori – continua la nota – aveva stimato a inizio anno un aumento sulle principali voci di spesa di +1.720 Euro. Alla luce del conflitto in Ucraina e delle tensioni sui mercati internazionali, tali aggravi sono destinati ad aumentare ulteriormente rispetto alle stime di gennaio di +288 Euro a seguito dell’impennata dei carburanti, di +129 Euro per il settore alimentare e di +218 Euro per le tariffe di luce, gas e acqua. Cifre che fanno lievitare le stime di aumento a +2.355 Euro. Una cifra destinata a salire se dovessero rimanere irresponsabilmente irrisolte le tensioni internazionali. L’ondata di rincari sollecita l’intervento del Governo non solo sul fronte delle tariffe per contenere gli aumenti e garantire nuove fonti di approvvigionamento mantenendo obiettivi di sostenibilità ambientale ma anche, per sostenere le famiglie che si trovano in situazione di maggiore difficoltà. Allo stesso tempo serve la severa vigilanza, ad ogni livello e sui tutti i principali beni e servizi, per impedire ogni fenomeno speculativo».

Iannello: «Enti devono attivare misure e sostegno»

«Atteso che nel primo anno della pandemia il Pil pro-capite nazionale ha registrato un balzo all’indietro del -8.9% (-8,6% nel Mezzogiorno) e che i dati Istat territoriali 2020 fotografavano differenze marcate per regione (Calabria 16.400 euro contro la media del Nord-Ovest di 34.100 euro), l’incidenza degli aumenti che sarà uguale per tutti non avrà gli stessi effetti per tutti: per le famiglie del Mezzogiorno sarà più marcata rispetto al resto del Paese e si abbatterà come una scure su una spesa per i consumi già molto più bassa rispetto alla media nazionale. A ciò vanno aggiunti per la Calabria i dati di ulteriore flessione della base occupazionale e di ricorso a sostegni ed ammortizzatori sociali da cui deriverà un ulteriore indebolimento della tenuta dei redditi familiari che sarà ancora più marcata per le donne che subiscono forti differenze retributive e pensionistiche. L’impatto degli aumenti sarà perciò diverso fra le diverse aree del Paese: stante la proiezione dei rincari fotografata da Federconsumatori, l’ondata di aumenti peserà per il 14,36% sul Pil pro capite della Calabria contro ad esempio, l’incidenza media del 6,9% nelle regioni del Nord Ovest o del 5,3% nella provincia autonoma di Bolzano. Aumenti che minano la già precaria tenuta dei bilanci delle famiglie e che per i calabresi avranno effetti devastanti. Ancor più per i lavoratori pendolari a cui si aggiungeranno i maggiori costi del carburante. A fronte della virulenza dell’impennata dei prezzi e delle differenziazioni sociali e territoriali che acuiranno ogni diseguaglianza, Governo, Regione ed Enti Locali devono attivare ogni leva possibile, non solo per rilanciare gli investimenti e le reti di protezione di Welfare ma anche, per attivare misure e sostegni straordinari, calmierare i prezzi, convenire su una linea, pubblica e privata, di rateizzazioni più lunghe del costo dei servizi per limitare ricadute insopportabili sulle famiglie meno abbienti che rischiano di entrare in spirali di indebitamento, morosità o rinuncia di beni e servizi essenziali, a partire dalle cure sanitarie a pagamento a cui costrette per i lunghi tempi d’attesa del sistema sanitario regionale su cui occorre urgentemente intervenire per assicurare il diritto di cura ad ogni cittadino. Insomma una congiuntura grave e inattesa dopo lo spiraglio di uscita dalla pandemia che richiede oggi misure urgenti e straordinarie per assicurare la tenuta di famiglie, imprese ed amministrazioni pubbliche».

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