Quando si consumò la strage di Duisburg (15 agosto 2007) il settimanale di più larga diffusione in Germania, Der Spiegel, dedicò una copertina in cui si vedeva un revolver sopra un piatto di spaghetti. In genere la stampa straniera ci vede così. Ancora poche settimane fa Le Monde, il principale giornale francese, si occupò della Calabria con un reportage in prima pagina sulla caccia ai latitanti di ‘ndrangheta.
In questi giorni il giornale parigino, diretto da Gilles van Kote, è ritornato a parlare di Calabria in chiave propositiva con un pezzullo che, tradotto a spanne, recitava: «Fortemente simbolica, la Calabria, una delle Regioni più povere del Paese, ha deciso di devolvere 4 milioni di euro per la riabilitazione dei borghi spopolati per poter accogliere le famiglie ucraine. “È un modo concreto di dimostrare come la Calabria, che è una Regione che ha grande necessità di solidarietà da parte della comunità nazionale, riesca a sua volta a essere solidale con chi ne ha bisogno, con chi appunto scappa dalla guerra e fino a una settimana fa viveva come noi”, racconta il governatore Roberto Occhiuto».
L’autorevolezza del vettore mediatico ha fatto da rimbalzo a tutta la stampa mondiale, da qui l’importanza del messaggio, senza crogiolarsi troppo.
Perché, poi, verrebbe da dire: «Je suis Catherine Deneuve».
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