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La sentenza

Cosche di San Leonardo di Cutro, 23 condanne diventano definitive

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio, limitatamente alla pena inflitta, la sentenza nei confronti del capocosca Giovanni Trapasso

Pubblicato il: 10/03/2022 – 20:47
Cosche di San Leonardo di Cutro, 23 condanne diventano definitive

ROMA Diventano definitive 23 condanne nell’ambito del procedimento denominato “Borderland” nato dall’inchiesta della Dda di Catanzaro nei confronti di esponenti di vertice e sodali della cosca Trapasso di San Leonardo di Cutro. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che, rigettando i ricorsi proposti, cristallizza le condanne comminate in appello, il 16 novembre 2020, nei confronti di Vincenzo Trapasso (11 anni e 10 mesi); Leonardo Trapasso (14 anni e 6 mesi); Tommaso Trapasso (15 anni e 4 mesi); Raffaele Bubbo (6 anni e 3000 euro di multa); Pier Paolo Caloiro (11 anni e 4 mesi ); Massimo Colosimo (8 anni); Alessandro Cosco (3 anni); Stefano Roberto Cosco (12 anni); Rosario Falsetti (11 anni e 4 mesi); Luigi Greco (8 anni); Giuseppe Graziano Macrì (2 anni); Eliseo Mercurio (5 anni, 4 mesi e 4000 euro di multa); Gianfranco Palaia (2 anni e 9 mesi); Giuseppe Palaia (2 anni e 9 mesi); Carmine Taverna (14 anni); Carmine Tropea (9 anni e 2 mesi); Francesco Tropea (7 anni e 4 mesi); Giuseppe Tropea (12 anni); Vincenzo Tropea (10 anni e 6 mesi); Antonio Viscomi (12 anni); Domenico Falcone (2 anni); Renzo Tropea (6 anni e 8 mesi); Salvatore Macrì (11 anni e 4 mesi).

Pene da rideterminare

La Suprema Corte ha inoltre ravvisato criticità, in merito ad alcune posizioni, riguardo alle condanne comminate dalla Corte d’Appello di Catanzaro il 16 novembre 2020 e ha annullato le sentenze, limitatamente alle condanne inflitte, nei confronti di Giovanni Trapasso (20 anni); Pasquale Talarico (14 anni) e Antonio Gallo (un anno e 4 mesi), con rinvio a una nuova sezione della Corte d’Appello di Catanzaro.
Per quanto riguarda Vincenzo Niutta, la sentenza impugnata è stata annullata limitatamente all’aggravante mafiosa e alla pena inflitta (12 anni), con rinvio per un nuovo giudizio a una nuova sezione della Corte d’Appello di Catanzaro.

L’inchiesta 

L’operazione “Borderland” (terra di confine), condotta dalla Squadra mobile di Catanzaro e dallo Sco il 29 novembre 2016, portò all’arresto di 48 persone. Nel corso delle indagini sono emersi gli interessi dei clan, con solidi legami con le cosche reggine e vibonesi oltre che con quelle crotonesi, sulle attività economiche della zona, con riguardo particolare ai numerosi villaggi turistici, una fiorente attività di esercizio abusivo del credito e di usura e una capillare pressione estorsiva sugli imprenditori talvolta concretizzatesi nella apprensione dei beni delle vittime da parte della consorteria malavitosa. (ale. tru.)

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