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il dramma della guerra

In fuga dall’Ucraina e accolti a Lamezia. Il racconto: «La nostra casa distrutta dalle bombe» – VIDEO

Una catena solidale attivata per accogliere due mamme e tre bambini. «Abbiamo avuto il tempo e la fortuna di poter scappare»

Pubblicato il: 10/03/2022 – 16:40
di Giorgio Curcio
In fuga dall’Ucraina e accolti a Lamezia. Il racconto: «La nostra casa distrutta dalle bombe» – VIDEO

LAMEZIA TERME Oxana ci apre le porte di casa sua, nonostante sia l’ora di cena. Del resto, lo ha già fatto per due donne e tre bambini, tutti in fuga dall’Ucraina, terra devastata da due settimane di guerra scatenata dopo l’invasione dell’esercito russo, piegata da feroci bombardamenti che hanno colpito anche obiettivi civili. Quel Paese che è anche la sua patria nonostante si trovi in Italia da poco più di vent’anni. Il cibo è quasi in tavola, giusto il tempo per i bambini di continuare a giocare, spensierati per qualche istante ancora, per poi accomodarsi tutti insieme. A fare da sfondo le immagini in TV che dipingono una Ucraina devastante dai bombardamenti, e il presidente Zelens’kyj che parla al suo popolo, prima dei negoziati di oggi in Turchia.

La catena umana della solidarietà

Quella che arriva da Lamezia Terme, da un piccolo appartamento a due passi dal centro, è quasi una storia comune, come molte altre in questi terribili giorni, ma non per questo banale. Semmai l’esempio più vivido di quella catena umana esaltata da una solidarietà inaspettata e incessante, declinata secondo le necessità e le emergenze di una guerra inaspettata in Europa, colpita al cuore, ma ancora in piedi. Tutto reso possibile con il prezioso e fondamentale contributo della Diocesi di Lamezia Terme, del vescovo mons. Giuseppe Schillaci, e della Caritas. «Prepariamo qui la cena, i pasti per tutti, i bimbi. Una piccola cucina. Poi abbiamo la nostra TV, la guardiamo per capire in Ucraina, nella nostra terra, cosa succede».

«Grazie a tutti gli italiani»

Ora Oxana vive da pochi giorni qui, con le due ragazze e i tre bambini, più un simpatico cagnolino, tutti insieme per farsi forza e sostenersi l’un l’altro. Si vive come si può, ci si adatta di questi tempi drammatici, anche grazie al supporto della Caritas lametina e di una comunità solidale che sta facendo la propria parte. Poi ci mostra due camere, sistemate per dormire e passare la notte al caldo di una piccola ma preziosissima stufetta a gas. «C’è caldo almeno in casa visto il freddo che fa. Ma devo ringraziare tutti i miei amici, sono loro che c’hanno portato tutto il necessario per questi primi giorni, bombole di gas, giochi, cibo, bambole. Li ringrazio tutti». In un’altra stanza, invece, ci sono i bambini che giocano. «Stanno qui – ci spiga – ma un po’ dappertutto. Ci sono i cartoni animati in TV, i giochi e i vestiti sparsi un po’ ma è un momento un po’ così. Io sono qui da 22 anni, a Lamezia mi conoscono tutti, e per questo ringrazio tutti gli italiani che mi hanno rifornito di tutto il necessario per l’accoglienza».

Una delle due mamme arrivate a Lamezia dall’Ucraina è Alona. I suoi sono occhi impauriti e commossi. In questi giorni hanno visto crollare la loro abitazione sotto le bombe russe, ma anche tutte le certezze di una vita intera e la prospettiva di un futuro da costruire con la propria famiglia. A semplificare il dialogo, evidentemente complicato dalla lingua, c’è ancora Oxana che traduce per noi. «Siamo scappati dalla nostra città, siamo riusciti ad arrivare in Polonia e poi abbiamo recuperato dei biglietti aerei per l’Italia» ci racconta «poi siamo arrivati all’aeroporto di Catania» dove la famiglia di Oxana è riuscita a recuperarli e portarli in Calabria. Dalla sua abitazione, ci racconta, non è rimasto più nulla, distrutta dai bombardamenti russi. «Sono stati giorni terribili, con i bombardamenti che hanno colpito la popolazione, tutti scappavano, impauriti. E per fortuna abbiamo avuto il tempo e la possibilità di scappare indenni». E quando le chiediamo se e come riesce a mantenersi in contatto con chi è rimasto in Ucraina, a combattere, racconta: «Riusciamo a chiamare attraverso le app come WhatsApp o Viber. Certo, non funziona benissimo, la linea internet spesso cade, ma è l’unico modo che abbiamo».

Già accolte 25 persone

«Sono arrivate donne e bambini, a Lamezia in tutto sono 25. Ci siamo organizzati attraverso le famiglie, più 4 persone nella Caritas, dove abbiamo fatto spese e preparato uno spazio accogliente per loro». A parlare è don Taras Zvir che da anni opera nella Diocesi di Lamezia e a sostegno di questa comunità. «Sono famiglie lontane dalle loro case – ha spiegato invece don Fabio Stanizzo, direttore della Caritas diocesana – alcune delle quali distrutte dalla guerra. In queste ore stiamo operando sinergicamente con la comunità ucraina che conta in città 300 persone ormai inserite nel nostro tessuto sociale». Intanto per i più piccoli si sono attivati anche gli operatori ed i volontari della Caritas per verificare la possibilità di poter far frequentare loro una scuola, così come sollecitato dalle giovani madri che, contestualmente, hanno anche dato la loro disponibilità a lavorare, a rendersi utili. Questo, nella speranza di poter tornare al più presto nella loro terra, dove sono rimasti i mariti per combattere, e far sì che questi momenti siano solo un brutto ricordo. (redazione@corrierecal.it)

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