CORIGLIANO ROSSANO Sit-in di protesta degli operatori della mensa ospedaliera del “Giannettasio” di Corigliano Rossano. Questa mattina i 35 operatori aderenti al Sindacato generale di base si sono incatenati all’ingresso delle cucine, ritenute non idonee sotto il profilo della sicurezza. E, quindi, questo il tema centrale della dissenso. I lavoratori temono per la loro incolumità a causa dei locali, delle strumentazioni e dei mezzi utilizzati per il trasporto dei pasti, «assolutamente pericolosi». Dall’ospedale di Rossano, il centro cottura centrale, ogni giorno partono centinaia di pasti verso le strutture ospedaliere di Corigliano, Castrovillari, Cariati, Trebisacce, Cassano e Mormanno. Ed i furgoni utilizzati sembrano aver superato da tempo gli standard di sicurezza. Gli operatori chiedono maggiori tutele all’azienda appaltatrice, la Siarc, e all’Asp di Cosenza.
Oggi, dunque, niente pasti per le centinaia di pazienti ricoverati negli stabilimenti sanitari del territorio. Il presidio rimarrà fin quando i lavoratori non riceveranno risposte. Alcuni rappresentanti hanno già riferito dei loro problemi al sindaco, Flavio Stasi e Pasqualina Straface, che ha raggiunto in loco i lavoratori. «Tra i tanti problemi – ha spiegato il consigliere regionale di Forza Italia – vi è certamente il tipo di affidamento del servizio. Mi è stato riferito dall’Asp che da quindici anni si va avanti con le proroghe».
«Ci siamo fermati – ha spiegato uno dei lavoratori aderenti alla sigla sindacale, Orazio Urso – perché chiediamo maggiore sicurezza e tutele sul posto di lavoro. I locali e le attrezzature sono fatiscenti, nessuno ci garantisce che entrando nelle cucine non si verifichino infortuni, come capitato nei giorni scorsi. Nessuno vuole assumersi le responsabilità e per questo abbiamo letteralmente paura di entrare nelle cucine a lavorare in tutta sicurezza come dovrebbe essere. È un grande rischio anche solo accendere i fornelli, abbiamo paura di saltare per aria. L’impianto elettrico poi è una selva di cavi spogliati. Le responsabilità – conclude Urso – assumono i connotati dello scarica barile. Noi non blocchiamo le cucine, chiunque può entrare a preparare i pasti».
«E poi i mezzi con i quali si trasportano i pasti – aggiunge il capo cuoco – sono dei pericoli ambulanti. Ogni giorno percorrono centinaia e centinaia di chilometri senza freni, con gli pneumatici usurati, addirittura con delle corde utilizzate per chiudere gli sportelli».
Insomma, una situazione «insostenibile» che sta, comunque, causando grandi disagi a tutte le strutture sanitarie del territorio. Da una parte i lavoratori chiedono chiarezza, sicurezza e maggiori tutele, dall’altra i pazienti non riceveranno i pasti, per cui pare sia in corso una soluzione tampone immediata.
Questa mattina, è partita la gara di solidarietà attivata dagli infermieri del pronto soccorso di Rossano e dagli operatori sanitari della Medicina di Corigliano che si sono autotassati, garantendo un minimo di colazione ai pazienti del “Giannettasio”. (l.latella@corrierecal.it)
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