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Omicidio a Lamezia, l’udienza di convalida: gli screzi precedenti, il tamponamento, la sparatoria

Gli indagati hanno risposto alle domande. La loro ricostruzione punta ad accreditare la linea della legittima difesa

Pubblicato il: 10/03/2022 – 13:55
di Alessia Truzzolillo
Omicidio a Lamezia, l’udienza di convalida: gli screzi precedenti, il tamponamento, la sparatoria

LAMEZIA TERME Si è tenuta questa mattina l’udienza di convalida del fermo di Claudio Paola e Antonio Monteleone, rei confessi della sparatoria che la sera di lunedì sette marzo ha portato alla morte di Luigi Trovato e al ferimento di Luciano Trovato e di Pasquale D’Angela.
Claudio Paola e Antonio Monteleone, difesi rispettivamente dagli avvocati Antonio Rocco e Armando Chirumbolo – nominati ufficialmente questa mattina dopo la revoca delle precedenti nomine – hanno risposto alle domande del gip di Lamezia Terme Francesco De Nino e del pm Santo Melidona.
I due indagati hanno ripercorso tutte le fasi della vicenda confermando quanto già dichiarato ai carabinieri nel momento in cui si sono costituiti, poche ore dopo il fatto di sangue. La loro ricostruzione dei fatti, in sintesi, punta ad accreditare la linea della legittima difesa. Hanno raccontato di precedenti screzi con i Trovato che sono culminati nella sparatoria mortale di pochi giorni fa.

La sparatoria in piazza Borelli

Secondo quanto è stato ricostruito dagli inquirenti, e ripreso dalle immagini delle telecamere di piazza Borelli, Paola e Monteleone sarebbero giunti nella piazza intorno alle 19, provenienti da piazza della Repubblica, quando sarebbero stati speronati da un Suv bianco che proveniva contromano e colpiva l’Alfa Mito guidata da Monteleone sulla fiancata anteriore sinistra. Quasi contemporaneamente sarebbero stati tamponati da un’altra auto di colore rosso mentre un altro mezzo ancora arriva contromano seguendo il percorso del Suv, dal quale sarebbero scesi due soggetti, uno dei quali è stato identificato in Pasquale D’Angela. Anche dal terzo mezzo è uscita un’altra persona (insieme ad altre allo stato non identificate). Tutti si sarebbero diretti, secondo il racconto di Paola e Monteleone, verso l’Alfa Romeo Mito e sarebbero andati ad aprire lo sportello del guidatore dietro al quale stava Monteleone. Dal canto suo Claudio Paola era già uscito dall’auto da solo. Nel momento in cui gli aprivano lo sportello, Antonio Monteleone ha cominciato a sparare, con una Beretta calibro 6.35 con matricola punzonata, due colpi verso D’Angela e Luigi Trovato e altri due colpi verso Luigi Trovato (che è stato colpito al volto) e Luciano Trovato i quali, vista la risposta armata, hanno subito tentato la fuga. Nel frattempo Claudio Paola, con una calibro 9×21, ha sparato otto colpi verso i fratelli Trovato, inseguendoli, fino a salire sul tetto di un’auto parcheggiata in piazza Borelli, stendere il braccio ed esplodere altri colpi verso Luigi Trovato. Questo raccontano le accuse che la Procura guidata da Salvatore Curcio ha formulato contestando ai due indagati i reati di omicidio, tentato omicidio e reati in materia di armi. Il fascicolo è nelle mani del pm Giuseppe Falcone. Poi Claudio Paola e Antonio Monteleone sono fuggiti e due ore dopo si sono presentati ai carabinieri per costituirsi.
Dopo l’udienza di convalida di questa mattina il gip si è chiuso in camera di consiglio. A breve la sua decisione. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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