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“Comuni Ricicloni”, «Calabria penultima in Italia nonostante i miglioramenti dell’ultimo anno» – VIDEO

Differenzia al 48%. Crotone fanalino di coda. Pappaterra: «Mancano i dati di un terzo dei comuni». Occhiuto: «Interverremo sul piano rifiuti»

Pubblicato il: 11/03/2022 – 14:10
“Comuni Ricicloni”, «Calabria penultima in Italia nonostante i miglioramenti dell’ultimo anno» – VIDEO

CATANZARO «L’economia circolare può creare lavoro ed ecomomia sana, tutelando la vita dei calabresi, migliorando la natura e l’ambiente, contribuendo alla lotta al cambiamento climatico e può costituire una forma di contrasto all’illegalità» e tuttavia «appena due dei settanta miliardi del Pnrr vi sono dedicati». Questo è solo uno dei dati tradotti nella prima parte dei lavori dell’“Ecoforum Calabria” che ha ad oggetto la presentazione del dossier sui “Comuni ricicloni” e annessi riconoscimenti per le amministrazioni virtuose. L’evento, dal titolo “Esperienze, proposte ed idee per una Calabria libera dai rifiuti” è stato proposto da Legambiente Calabria e vede la partecipazione, tra gli altri, della presidente regionale Anna Parretta e del presidente nazionale dell’associazione Stefano Ciafani. Oltre a loro, la prima sessione ha visto gli interventi del governatore Roberto Occhiuto e del direttore Arpacal Domenico Pappaterra, il direttore generale del dipartimento ambiente Gianfranco Comito, il responsabile area progetti territoriali speciali Conai Fabio Costarella, il direttore generale Unirima, Francesco Sicilia e il direttore tecnico Biorepack Carmine Pagnozzi.
Come emerge dai dati, benché si registri un aumento della raccolta differenziata in regione, la Calabria è ancora lontana dagli obiettivi fissati dalla normativa vigente. Di fatti, la gestione dei rifiuti a livello regionale deve basarsi sulle normative comunitarie e nazionali che definiscono come prioritari gli obiettivi della prevenzione e del riciclaggio, in un’ottica di economia circolare che può essere attivata sul territorio tutelando l’ambiente e la salute e creando occupazione, anche grazie alle risorse economiche del Pnrr.

Parretta: «Raccontiamo anche le storie positive»

«Sento il dovere di dire che Legambiente è contro tutte le guerre e nel proprio statuto ha il pacifismo», ha detto la presidente regionale di Legambiente Anna Parretta introducendo i lavori. Poi l’attenzione si è spostata sul tema del giorno, «partendo dalle proposte» e dal «confronto tra tutti gli attori coinvolti nel processo».
«Come di consueto – continua Parretta – non vogliamo elencare solo gli aspetti negativi, ma anche mettere in luce le storie positive» alle quali è dedicata tutta la seconda parte dei lavori che occupa l’odierna sessione pomeridiana. «Tanto quelle delle imprenditrici che hanno fatto della sostenibilità il loro concept di impresa e dei comuni ricicloni»

Il dossier “Comuni Ricicloni”

«I dati contenuti nel dossier “Comuni Ricicloni” – dice ancora la presidente di Legambiente – raccontano di una regione in cui diminuisce la produzione dei rifiuti urbani. Nel 2020, in base ai dati Arpacal utilizzati nel nostro rapporto, aumenta anche la raccolta differenziata raggiungendo il 48% quindi con un incremento rispetto all’anno precedente». Si registra dunque un miglioramento comunque «insufficiente che la nostra regione avrebbe dovuto raggiungere» sulla base della normativa di riferimento. «La Calabria è penultima per raccolta differenziata nella classifica nazionale superata in negativo dalla sola Sicilia e ben lontana dal Veneto, che si colloca al primo posto col 76%».

La premiazione dei comuni “rifiuti free” (in foto il sindaco di San Mango d’Aquino)

Su 404 comuni sono solo 91 quelli ricicloni e 25 quelli “rifiuti free”. Gimigliano risulta invece il comune più virtuoso così come San Mango d’Aquino premiato come Comune “rifiuti free”. «Dato ancora più grave è che ben 89 Comuni non hanno raggiunto il 35% di raccolta differenziata, che è la soglia minima prevista dalla legge».
Il territorio risulta disomogeneo rispetto allo sviluppo della raccolta differenziata con criticità in particolare nella provincia di Crotone dove la provincia conta il 27% della raccolta differenzia e la città il 12% (peggiore in Italia)». Segue Reggio Calabria al 32%.
«Dobbiamo differenziare di più e fare raccolta differenziata di qualità. Bisogna dunque compiere delle scelte che non sono più rinviabili al fine di tutelare la salute, i cittadini e l’ambiente».

Parretta pone così l’accento sulle problematiche connesse all’economia circolare in regione. «La gestione dei rifiuti nel prossimo futuro non può che passare per il riutilizzo e il riciclo» posto che «il sistema lineare è inefficiente e costoso».
Servono dunque soluzioni come «i centri per il riuso, sistemi di compostaggio diffuso di comunità, applicazione della tariffa puntuale».
«C’è una Calabria che non vogliamo più vedere – conclude Parretta – quella delle strade, dei territori, delle spiagge, dei corsi d’acqua invasi dai rifiuti così come quella delle discariche al collasso e delle soluzioni emergenziali». Ma c’è anche «una Calabria possibile, che esiste. Quella che raccontiamo oggi nel nostro Ecoforum. Noi chiediamo alla Regione e a tutte le amministrazioni competenti di agire con immediatezza e competenza per creare circuiti virtuosi di economia circolare e creare finalmente e realmente una Calabria libera dai rifiuti».

Occhiuto: «Stiamo aggiornando il Piano rifiuti»

Il governatore Roberto Occhiuto insieme a Stefano Ciafani (Legambiente nazionale) e Anna Parretta (Legambiente Calabria)

Ma di fatto le risorse per ora sembrano orientate verso altri lidi. Ecco perché, ha sottolineato il governatore Roberto Occhiuto: «Siamo impegnati a modificare e aggiornare il Piano dei rifiuti». Il piano attuale risulta approvato nel 2016 anche se non sono mancate negli anni le interpolazioni frutto anche della necessità di adeguarsi agli standard europei. «Gli argomenti di questo convegno – ha aggiunto Occhiuto – e la raccolta differenziata sono temi centrali e strategici, intanto però abbiamo la necessità di fronteggiare le emergenze. Non è possibile avere cumuli di rifiuti lungo le nostre strade, soprattutto quando – in estate – il nostro territorio è meta turistica». La necessità è quella di rafforzare la raccolta differenziata in un momento comunque scandito da plurime emergenze. «In questo scenario – sottolinea Occhiuto – anche gli investimenti sugli impianti sono investimenti utili e necessari. Nelle modifiche al Piano dei rifiuti che proporremo da qui a breve saranno contenute anche queste misure».

Pappaterra: «Un terzo dei Comuni calabresi non comunica i dati sui rifiuti»

Arpacal, nel contesto, è chiamato a fornire i dati sui rifiuti e in quale percentuale si effettua in regione la raccolta differenziata, come evidenzia il direttore Domenico Pappaterra. «E quindi non posso che confermare che, pur presentandosi un trend in moderata crescita che lascia ben sperare per il futuro, ci sono ancora Comuni in Calabria, circa un terzo sul totale, che ancora non comunica i dati sulla produzione dei rifiuti». La fotografia che emerge è dunque altro che rassicurante, nonostante i miglioramenti rispetto agli anni passati. «Da quest’anno, – aggiunge – con il sistema di tracciabilità dei rifiuti mySIR, voluto dalla Regione Calabria, noi saremo nelle condizioni di acquisire meglio i dati ambientali provenienti dai Comuni». Poi, il direttore Arpacal si rivolge proprio a Legambiente Calabria sottolineandone «l’egregio lavoro» richiamando l’attenzione sulle logiche che sottendono «un ambientalismo troppo ideologico» di taluni soggetti, che non terrebbero conto «delle esigenze che la transizione ecologica richiede. Molti in Calabria, forse, sono stati catturati ancora dalla sindrome “Nimby” (Not in my backyard, ndr), e tra non molto lo scenario ritornerà ad essere emergenziale in materia di rifiuti. Possiamo continuare a stressare le stesse discariche sinora operative, senza dare una soluzione di prospettiva ed in una condizione di continua emergenza? Fino a qualche anno pensavamo ai termovalorizzatori, ora la tecnologia propone altre tecnologie più sostenibili. Un regione come la Calabria non può rimanere priva di un impianto pubblico».

Sulle risorse Pnrr destinate all’economia circolare

«Si è parlato molto – ha aggiunto ancora Pappaterra – della tematica dell’economia circolare – ha proseguito Pappaterra – e dobbiamo fare un passo in avanti. Non possiamo solo declamarla, ma va praticata. Su 70 miliardi previsti nel Pnrr ci sono appena 2 dedicati all’economia circolare».
«Sui dati prodotti dal Catasto rifiuti dell’Arpacal, il dato che viene fuori, incrociando i dati dei comuni con quelli degli impianti che lavorano i rifiuti al fine della verifica puntuale, qui in Calabria non siamo all’anno zero. Registriamo una forte impennata di Vibo Valentia dei dati della differenziata, e la provincia di Catanzaro che si conferma virtuosa. Abbiamo ancora serie criticità nel Crotonese e Reggino , in quest’ultima provincia abbiamo dati disarmanti con circa il 50% dei Comuni che non comunica i dati. Si tratta della provincia con maggiore popolazione e produzione di rifiuti che incide decisamente sul valore complessivo regionale. Dati che non possono rimanere tali. Sui comuni, alcuni di essi saranno premiati oggi, anche dai nostri dati confermiamo le ottime performance di comuni del cosentino e del catanzarese». «Un’ultima anticipazione – ha concluso Pappaterra – riguarda MySIR, sistema di tracciabilità voluto dalla Regione Calabria: ad oggi 179 comuni hanno trasmesso i dati sui 404 calabresi, se fossero confermati questi dati sarebbero risultati eccellenti, anche se è prematuro giudicare su queste proiezioni che ci darebbero ora al 59%». (redazione@corrierecal.it)

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