CATANZARO È, come sempre, la Sanità il settore principe degli illeciti in materia contabile, la piaga degli sprechi, della mancanza di programmazione e pianificazione. Il bilancio presentato dalla Procura della Corte dei Conti è impietoso. Basti pensare allo spreco di 77 milioni di euro accantonati nei bilanci delle Aziende sanitarie, destinati a una inesistente pianificazione per l’emergenza Covid.
«Sono state 3.873 le denunce presentate nel 2021 alla Procura della Corte dei Conti» ha spiegato il procuratore regionale dell’organo contabile Maria Rachele Anita Aronica nel corso della conferenza stampa relativa all’apertura dell’anno giudiziario 2022. I temi sui quali si è concentrata l’attività inquirente della Corte dei Conti sono stati sanità (argomento drammaticamente preponderante), contributi pubblici ed eurounitari, opere pubbliche, società partecipate, personale, enti locali.
«Anche nel 2021 sono stati emessi vari atti di contestazione di responsabilità riguardanti la sanità (mala sanità) per importi notevoli», ha scritto il procuratore nella sua relazione. I creditori delle Aziende sanitarie, in particolare gli enti accreditati, hanno fatto frequente ricorso alla cessione dei crediti a società deputate al recupero crediti «senza però che il credito sussista o perché già pagato o perché non esistente, per di più, talora, anche sovrastimato». «Talora – prosegue la relazione – si è fatto ricorso a transazioni, soddisfacendo per la seconda volta crediti già saldati, anche in questo caso per somme elevate. Altre volte sono state stipulate transazioni sugli interessi con conseguenze devastanti in caso di mancato pagamento anche di una sola rata residuale e d’importo notevolmente inferiore rispetto a quanto già pagato». «In definitiva in materia sanitaria sono state emesse molte citazioni (e anche inviti a dedurre sfociati in citazione nel 2022) per svariati milioni di euro, per circa 45 milioni di euro per i duplici pagamenti, per somme non dovute o per interessi […] Se si considerano poi le altre citazioni in materia sanitaria (per somme ultronee di personale e per la gestione dei fitti) per oltre 16 milioni di euro, si arriva alla somma di oltre 65 milioni di euro”. Non è una sorpresa ma la relazione della Procura della Corte dei Conti cristallizza il fatto che “per il 2020, tutte le Aziende del Servizio sanitario calabrese chiudono in perdita».
«L’Asp di Reggio Calabria non ha presentato i Bilanci dal 2013 fino al 2018, l’Asp di Cosenza non ha presentato i Bilanci del 2018 e del 2019, ma anche le altre Aziende (sanitarie e ospedaliere) non stanno bene», scrive il procuratore Aronica il quale non manca di sottolineare che «Le Asp di Reggio Calabria e Catanzaro sono state pure commissariate per infiltrazioni mafiose».
«I vari Commissari per il piano di rientro succedutisi non sono riusciti a porre fine al caos contabile e organizzativo – è la desolante conclusione – né, d’altra parte, hanno potuto contare su un valido reale supporto di personale, come ha evidenziato la Corte Costituzionale nella sentenza appena citata. Purtroppo il caos contabile e la disorganizzazione sono inevitabilmente fonte di mala gestio e terreno fertile per la criminalità organizzata che trova nutrimento in questi fenomeni, prosperando ancor di più».
«Gli importi pagati e non dovuti per prestazioni già remunerate (quindi pagati due volte) e/o per prestazioni extrabudget non riconoscibili, talora anche sovrastimate, nonché per interessi e indennità al personale non spettanti sono veramente notevoli e ammontano, per quanto sopra detto nella parte sull’attività (citazioni, inviti e sentenze sanità), complessivamente ad almeno 61/65 milioni di euro, pari a oltre due terzi del disavanzo sanitario – emerso dal Tavolo tecnico del 22 luglio 2021 – di oltre 91 milioni di euro per l’esercizio 2020». La Procura della Corte dei Conti lancia l’allarme: «È evidente che se non si pone fine a questa insensata situazione attraverso un’adeguata programmazione, un congruo monitoraggio e utilizzo di idonei strumenti informatici nonché di personale, qualitativamente e quantitativamente appropriato, il rientro dal disavanzo sanitario non potrà avvenire».
Nessuna pianificazione per l’emergenza Covid e grave spreco di denaro. «A ciò si aggiunga – scrive il procuratore – che nel 2021 la maggior parte delle risorse assegnate per l’emergenza Covid, pari ad 115 milioni di euro, non sono state utilizzate, in quanto ben 77 milioni sono ancora accantonati nei bilanci delle Aziende. Anche in questo caso è mancata un’adeguata tempestiva pianificazione, perché alcuni interventi programmati si concluderanno a 2022 inoltrato e anche nel 2023». (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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