RENDE «La presa di posizione della nostra Federazione, circa la inadeguatezza di Cosenza Acque, ha trovato conferma nel comunicato del competente ministero, che ha chiarito che la non ammissione della domanda dell’Aic, guidata dall’avvocato Marcello Manna, è stata determinata dalla mancanza del piano industriale dalla documentazione allegata e non dall’assenza della firma digitale, come sostenuto dalla governance della stessa Aic». È quanto si legge in una nota della Federazione riformista rendese. Che continua: «Prendiamo atto, avendo noi richiesto il commissariamento di Aic, dell’impegno del presidente Occhiuto ad esaminare il dossier Aic nei prossimi giorni, con l’augurio che si prenda atto dell’incapacità della classe dirigente dell’Agenzia Idrica che ha fatto perdere alla Calabria ben 104 milioni di euro per ammodernare il sistema idrico calabrese, che il Presidente Occhiuto si è impegnato a ricondurre a servizio unico integrato, dall’adduzione alla depurazione. La regione, inoltre si interessi dell’emergenza rifiuti e dell’Ato Cosenza, che, attraverso il suo Presidente, si preoccupa delle navi bloccate a Gioia Tauro piene di rifiuti da trasferire, con costi giganteschi, in Svezia a causa dell’incapacità amministrativa della stessa Ato che non riesce a realizzare l’ecodistretto, pur avendo 42 milioni di euro disponibili per costruirlo. Inquieta, comunque, l’assordante silenzio dei sindaci, facenti parte dell’assemblea di Aic e di Ato Cosenza, che in tal modo si rendono corresponsabili dei danni causati ai cittadini dalla governance dei predetti enti».
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