LAMEZIA TERME «Le dichiarazioni rese dal sindaco in una seguita trasmissione televisiva lasciano davvero allibiti, non solo, o non tanto, perché prova a difendere ciò che difendibile non è, ma soprattutto perché, buttandola in caciara, vuole addossare ai consiglieri di opposizione la responsabilità della sua incapacità a tenere stretta una maggioranza. Il sindaco – si legge in una nota della consigliera comunale Aquila Villella – ha uno strano concetto della democrazia e forse dimentica che chi vince amministra, se ne è capace, e chi perde sta all’opposizione. La minoranza, se vuole, ma soltanto per senso di responsabilità, può collaborare, ma non c’è scritto da nessuna parte che debba garantirgli il numero legale nei lavori delle commissioni o del consiglio. Ha davvero uno strano modo di intendere la democrazia, per le cui articolazioni dimostra fastidio ed intolleranza. È grave che Mascaro, anziché spiegare ai cittadini come mai parte della sua maggioranza abbia deciso di assentarsi dai lavori del Consiglio, utilizzi, in maniera sgradevole, la convivialità di un momento, al quale pure lui ha partecipato, per far apparire la minoranza scansafatiche, quasi accattona “hanno mangiato i pasticcini e poi sono andati via”. Spiegasse invece alla città perché ha aspettato tanto per portare in Consiglio la questione Sacal, della cui poco chiara privatizzazione abbiamo avuto notizia solo dal presidente della Regione e non certamente, come era lecito attendersi, dal rappresentante del Comune di Lamezia in seno al Consiglio di Amministrazione, nominata dall’attuale sindaco. Spiegasse anche alla città che le scelte operate in passato, sostenendo fortemente la società unica per i 3 aeroporti calabresi, si sono rivelate fallimentari e stanno indebolendo lo scalo lametino. Spiegasse alla città qual è stato il ruolo dell’amministrazione nella privatizzazione della stessa Sacal. Di questo dovrebbe discutere un sindaco, non già della consumazione di pasticcini, che non può precludere all’opposizione l’esercizio delle sue funzioni. Le istituzioni vanno rispettate. La minoranza non è un orpello inutile da indebolire svilendone il ruolo; ed il Consiglio comunale non è il luogo dove sventolare solo le bandiere della maggioranza; in tal caso saremmo non già in una democrazia bensì in una democratura».
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