SCALA COELI «Dopo l’ennesima diffusione di notizie false e infondate rese nel corso di una recente manifestazione pubblica a Scala Coeli, la società Bieco, proprietaria dell’impianto privato di località Pipino, ha dato mandato ai propri legali per denunciare, con l’accusa di procurato allarme e non solo, alcuni esponenti di associazioni agricole e amministratori pubblici che si rendono attori-protagonisti di dichiarazioni mendaci, senza uno straccio di prova o un minimo di indizio legato a ipotesi di inquinamento». È quanto replica la società attraverso una nota stampa, dopo il flash mob di protesta dei giorni scorsi (qui la notizia).
«A oggi, è documentalmente provato, non a chiacchiere come l’incultura del populismo e della retorica pseudo-ambientalista sa fare, che la discarica, esistente già dal 2012, non ha mai inquinato, non alterando né terreni né torrenti presenti nel circondario, né l’aria. Tutto questo trova riscontro nei numerosi controlli, a cura di enti indipendenti tra loro, che si sono susseguiti in tutti questi anni. Non poteva essere altrimenti, poiché l’impianto è costruito a norma di legge ed è stato gestito nel pieno rispetto delle regole. Altrettanta cura e scrupolosità verrà ovviamente profusa nella gestione del bacino dell’ampliamento».
«Necessita ripristinare la verità – prosegue la Bieco – posta in discussione da un terrorismo mediatico unilaterale che manda in confusione i cittadini sprovvisti degli strumenti necessari per comprendere lo stato delle cose e seguire l’iter procedurale, che ha superato tutti i filtri istituzionali previsti dalle norme. Un iter complesso tanto che per ottenere l’autorizzazione sono passati ben cinque anni durante i quali il progetto è stato analizzato in ogni sua parte da circa 15 enti che hanno valutato ogni singolo atto, il tutto sotto il controllo della stessa Legambiente, chiamata a partecipare alle conferenze di servizio, che nel tempo si è opposta in maniera cruenta senza possibilità di confronto, anche ricorrendo più volte, senza successo, al Tar della Calabria».
«L’impianto di discarica di Scala Coeli – spiegano da Bieco – potrà ricevere solo ed esclusivamente rifiuti speciali non pericolosi. A chiarimento di qualche sprovveduto che continua a diffondere fandonie, si sottolinea che è vietato assolutamente dalla Legge sin dal 2000 abbancare rifiuti solidi urbani in discarica. Va da sé che la discarica di Scala Coeli non si sostituisce agli impianti per il trattamento dei rifiuti solidi urbani, come Legambiente vorrebbe far credere, ma può dare uno sbocco per lo smaltimento degli scarti che questi impianti producono. Così come può smaltire i fanghi degli impianti di depurazione al fine di evitare che detti impianti possano inquinare il nostro prezioso mare. Ai cittadini calabresi, surclassati dalle tasse, bisognerebbe dire che attualmente questi scarti stanno andando all’estero con dei costi esorbitanti che ricadono sulle loro tasche, e non solo. E tutte le dinamiche di trasporto e trasferimento degli stessi oltre regione aumentano sensibilmente il rischio di inquinamento, ma su questo punto coloro che si proclamano paladini dell’ambiente tacciono».
«Legambiente – avanza la nota – che ha partecipato a tutte le conferenze dei servizi e ha seguito l’iter per l’autorizzazione dell’impianto, omette di dire ai suoi iscritti che la strada intercomunale, il tratto che dalla provinciale porta all’impianto di discarica, verrà realizzata dalla Bieco a proprie spese. Il progetto di una strada di 1,2 km circa a totale carico dell’azienda, compreso un ponte che oltrepassa il fiume Nicà, verrà realizzato dalla Bieco e consegnato gratuitamente al Comune di Scala Coeli».
«La legge – conclude la società proprietaria dell’impianto – permette ai privati di investire in impianti di trattamento rifiuti e in impianti di discariche; sarebbe giusto sottolineare a certi “nuovi populisti” alla ricerca di disperato consenso, i quali hanno rivestito importanti ruoli nel comparto ambiente e ricoprono ancora oggi rilevanti incarichi istituzionali, che si tratta di imprenditori che investono le loro risorse, esponendosi anche ad alti rischi. Ed allora, spiace dover riscontrare che a prevalere sia ancora una volta il comodo conformismo demagogico, che ha facile presa sui cittadini ignari».
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