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La riflessione

«Non sia Roma a decidere delle sorti del Capoluogo»

Il Partito democratico ha deciso di rendere noto il nome del candidato a sindaco di Catanzaro e lo ha fatto rischiando una grave rottura con l’elettorato. La decisione, maturata in direzione nazio…

Pubblicato il: 14/03/2022 – 10:00
di Franco Scrima*
«Non sia Roma a decidere delle sorti del Capoluogo»

Il Partito democratico ha deciso di rendere noto il nome del candidato a sindaco di Catanzaro e lo ha fatto rischiando una grave rottura con l’elettorato. La decisione, maturata in direzione nazionale, sembra sia frutto di una copia di proposta supportata da ambienti delle “Sardine”.
Una scelta che, benché vada rispettata al pari di ogni altra decisione, non può tuttavia sottrarsi a considerazioni della base, secondo le quali il consenso è questa volta assimilabile alle lancette dell’orologio che si possono spostare come si vuole fino a farle fermare sull’orario che fa comodo. Si parla di elezioni amministrative e dunque il pallino va lasciato in mano ai cittadini. L’idea che a decidere chi debba essere il sindaco di Catanzaro possa essere un dirigente di partito e non i catanzaresi non ha senso per non dire che non è accettabile. Si tratta di una opzione che ha prodotto nell’opinione pubblica, e non solo tra l’elettorato di parte, reazioni dure ritenendo la decisione un passo all’indietro rispetto alle intese precedentemente avviate e discusse. Sicché c’è da chiedersi quali potranno essere i giudizi dell’elettorato.
Gli “approdi” in cui mettere la barca al riparo non sono tanti. Bisogna individuarli, anche se la rada in cui ancorarla non è lontana e potrebbe dare seri problemi sia a chi si è prestato a portare a termine la “navigazione”, sia a coloro che l’hanno subita. L’avvocato Casalinuovo l’ha individuata qualche giorno fa paventando le “primarie” come sistema alternativo al metodo usato per assegnare la candidatura a Fiorita. Ed ha indicato anche la strada da seguire per tentare di ricomporre la vicenda. Dopo aver ribadito che la decisione andava presa in sede locale piuttosto che a Roma, come in un primo momento si era detto, ha proposto di ricorrere alle “primarie” in modo che a decidere siano gli elettori catanzaresi. Un’idea che renderebbe più coriacea la scelta e più limpido il risultato.
Il tempo per decidere c’è tutto. Mancano circa tre mesi per la “chiama” degli elettori catanzaresi e per organizzare le primarie che servirebbero anche a far evaporare le illazioni che, detto per inciso, non fanno bene a nessuno. L’idea di chiedere agli elettori una riflessione prima del voto è quanto mai necessaria per considerare quale candidato sia ritenuto capace di portare avanti un programma con il quale tirare dalle secche la Città di Catanzaro, differenziandosi da chi altro non farebbe se non tramutare i buoni propositi in una inefficace agenda populista confezionata con promesse e suggestioni. Sarebbe come continuare a servirsi dell’incarico per tornaconti che hanno poco a che vedere con la gestione del territorio.
Sono in molti i politici (o pseudo tali) che devono delle scuse a Catanzaro pur sapendo che è impossibile ripagarla del danno che le hanno causato in questi decenni. Qualcuno si è già tirato fuori dalla bagarre elettorale; qualcun’altro, invece, persiste nel tentativo ed insiste nella candidatura. La speranza è che gli elettori facciano giustizia selezionando la classe politica, tenendo ben presenti gli errori del passato per non ripeterli nel prossimo futuro.
*giornalista

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