COSENZA Il Tribunale di Cosenza non ammette la perizia informatica sulla genuinità delle intercettazioni telefoniche a carico dell’ex Prefetto Paola Galeone, e chiama gli operanti della Questura di Roma a testimoniare sulle copie forensi dei telefoni sequestrati. Dinanzi al Collegio presieduto dal giudice Francesco Luigi Branda si è svolta l’udienza nel processo a carico dell’ex prefetto di Cosenza, Paola Galeone, imputata di corruzione e presente all’udienza pubblica.
I difensori del Prefetto Galeone, gli avvocati Mario Antinucci del Foro di Roma e Carlo di Casola del Foro di Napoli, hanno sollevato un’importante questione processuale, argomentata sulle conclusioni della consulenza tecnica del dottore Fabio Milana perito del Tribunale di Roma, relativa alla divergenza tra i contenuti delle intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura della Repubblica di Cosenza durante le indagini e le copie forensi degli smartphone generate presso il Servizio Centrale Operativo della Questura di Roma, subito dopo il sequestro giudiziario dei telefoni in uso all’imputata ed alla querelante, Cinzia Falcone. Il Tribunale ha respinto l’istanza di perizia informatica sul server della Procura della Repubblica di Cosenza, disponendo però l’immediata intimazione giudiziale alla prossima udienza degli agenti operanti del Servizio Centrale Operativo della Questura di Roma che hanno eseguito le copie forensi dei cellulari sequestrati. I testimoni Tenuta, Vecchi e Turco della Prefettura di Cosenza, chiamati dal pm Visconti, hanno risposto per ore alle domande incrociate della difesa del Prefetto Galeone e del Tribunale, fornendo un contributo notevole alla ricostruzione del quadro accusatorio. Nella prossima udienza sarà audita la responsabile della contabilità della Prefettura e l’ufficiale di polizia giudiziaria del Servizio Centrale Operativo della Questura di Roma che nel 2020 ha eseguito le copie dei telefoni sequestrati all’ex prefetto di Cosenza e a Cinzia Falcone.
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