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diario di guerra

Bombe su Kiev e Mariupol. «Donne e bambini sotto le macerie»

Colpito un centro sportivo. “Ukrinform”: «Era rifugio per madri incinte». Per il “Financial Times” ci sarebbe un piano per la pace

Pubblicato il: 16/03/2022 – 21:24
Bombe su Kiev e Mariupol. «Donne e bambini sotto le macerie»

KIEV Nuovi bombardamenti dell’esercito russo su Kiev. I missili hanno colpito diverse case private nel distretto di Podilsky. Lo ha scritto su Telegram il sindaco della capitale Vitali Klitschko, secondo quanto si legge su Ukrinform. Sul posto stanno lavorando soccorritori e medici. Il fuoco è stato contenuto, ma l’intervento va avanti. Nessuna vittima è stata registrata finora. Secondo il sindaco è stato danneggiato anche un gasdotto a bassa pressione. Oggi è in vigore a Kiev un coprifuoco esteso, iniziato ieri alle 20 e che durerà fino alle 7 di domani. Una misura analoga è stata annunciata anche nella regione di Kiev.
I russi hanno inoltre lanciato un attacco aereo a Mariupol sul centro sportivo Neptun, utilizzato come rifugio per donne incinte e madri con bambini piccoli. Lo scrive su Telegram, secondo quanto riferisce Ukrinform, il capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko. «Stanno cercando di distruggere fisicamente i residenti di Mariupol, che sono stati a lungo un simbolo della nostra resistenza – afferma -. Oggi hanno lanciato un attacco aereo sulla piscina Neptun. Donne incinte e donne con bambini sono ora sotto le macerie».
I corpi di 5 persone, di cui 3 bambini, sono stati trovati sotto le macerie di un edificio bombardato dalle forze russe a Chernihiv, nel nord dell’Ucraina, vicino al confine bielorusso. Lo riferiscono i servizi d’emergenza locali, citati da Ukrinform.
Mentre, dunque, gli occhi del mondo sono puntati sul nuovo tavolo di trattativa fra Russia e Ucraina, dunque, non si placa la violenza sul campo con le città di Mariupol e Kiev sempre più sotto assedio.

Per il “Financial Times” ci sarebbe un piano per la pace in 15 punti

Gli occhi del mondo sono puntati sul nuovo tavolo di trattativa fra Russia e Ucraina, previsto per oggi, nella speranza di un compromesso che porti ad una tregua. I margini per un successo restano ancora molto limitati, ma il Financial Times anticipa una bozza di piano di pace in 15 punti che include la rinuncia da parte dell’Ucraina alla Nato e la promessa di non ospitare basi militari straniere o armi, in cambio di protezione da alleati quali Stati Uniti, Gran Bretagna e Turchia. Le Borse sperano nella tregua e volano, l’Europa sale del 4%. Prosegue intanto l’attività militare sul campo, mentre il presidente ucraino Zelensky e quello russo Putin hanno fatto sentire con forza la propria voce a sostegno delle rispettive posizioni.

«Per noi è l’11 settembre da tre settimane»

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«Il nostro Paese vive l’11 settembre da tre settimane». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando in videoconferenza al Congresso Usa, che gli ha tributato una standing ovation.
Zelensky ha ribadito la richiesta di una “no-fly zone” sull’Ucraina e si è rivolto direttamente al presidente Usa Biden: «Essere il leader del mondo vuol dire essere leader della pace». Poi ha chiesto al procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan di riconoscere la Russia come «Stato terrorista». Immediata la replica di Putin, attraverso dichiarazioni alla Tass: le operazioni «procedono con successo», ma «l’obiettivo della Russia non è occupare l’Ucraina». A subire «un vero genocidio» sono stati gli abitanti del Donbass per 8 anni e gli Usa devono «fermare la fornitura di armi» a Kiev. L’atteggiamento occidentale nei confronti dei russi è come i «pogrom», ha detto Putin, riferendosi alle persecuzioni contro le minoranze religiose nel corso della storia, anche in Russia, soprattutto contro quelle ebraiche.

Kiev: «Uccisi dieci civili in coda per il pane»

Intanto, dopo il “no” dell’Ucraina alla proposta di accordo avazata da Mosca per una «neutralità sul modello dell’Austria e della Svezia», da Kiev vengono mosse pesanti accuse alla Russia. Secondo media nazionali come il “Kyiv Indipendent”, sarebbero stati «uccisi 10 civili in coda per il pane a nord» della capitale e sarebbero stati sparati colpi e fumogeni contro dei «manifestanti pacifici radunati nella piazza davanti al consiglio comunale per chiedere il rilascio dei leader locali detenuti nella zona occupata di Skadovsk, dell’Oblast di Kherson».

L’ipotesi dell’Ucraina neutrale respinta da Kiev che chiede «garanzie per la sicurezza»

Intanto, sul fronte della diplomazia si è fatto un passo avanti e uno indietro. Un «compromesso» sull’Ucraina neutrale secondo il modello svedese o austriaco «è possibile», annuncia il Cremlino. «Questa è un’opzione che viene discussa ora e che può essere considerata un compromesso», dice il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Ma Zelensky, secondo quanto riporta l’Ansa, rifiuta il modello austriaco o svedese di neutralità del Paese e vuole garanzie di sicurezza.
Secondo il capo negoziatore russo ai colloqui con l’Ucraina, Vladimir Medinsky, Kiev sarebbe disponibile ad assumere uno status di «neutralità smilitarizzata, stile Austria o Svezia, con un proprio esercito». Lo scrive Interfax. «Sono in discussione tutta una serie di questioni relative alle dimensioni dell’esercito ucraino», afferma. Medinsky ricorda che l’Ucraina «ha già lo status di neutralità» nella sua Costituzione e che è stato proprio sulla base di questo principio che si ritirò dall’Unione Sovietica nel 1991. «Chiaramente – aggiunge – la questione chiave per noi è lo status della Crimea e del Donbass, così come una serie di questioni umanitarie, i diritti della popolazione russofona, lo status della lingua russa».

Kiev chiede «garanzie di sicurezza assolute contro la Russia»

L’Ucraina, però, rifiuta l’idea di una sua neutralità basata sul modello austriaco o svedese. Lo ha reso noto la presidenza ucraina. L’Ucraina, ha spiegato il consigliere presidenziale Mikhailo Podolyak, chiede «garanzie di sicurezza assolute» contro la Russia mentre respinge l’idea di un modello di «neutralità svedese o austriaca» avanzata da Mosca. «L’Ucraina è ora in uno stato di guerra diretta con la Russia. Pertanto, il modello può essere solo “ucraino”», ha dichiarato Podolyak, anche tra i negoziatori al tavolo con Mosca, in un commento pubblicato dalla presidenza. Podolyak ha poi sottolineato che Kiev vuole «garanzie di sicurezza assoluta» contro la Russia, in cui i firmatari si impegnino a intervenire a fianco dell’Ucraina in caso di aggressione.

Lavrov: «Negoziati non facili ma si può trovare un compromesso»

«I negoziati con l’Ucraina non sono facili, ma c’è la possibilità di un compromesso», afferma il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, citato dalla Tass. «Mi baso sulle valutazioni fornite dai nostri negoziatori, i quali dicono che i negoziati non stanno andando bene per ovvi motivi, ma che c’è comunque un margine di speranza di raggiungere un compromesso», osserva. Lavrov ribadisce che per la Russia i punti chiave nella trattativa con Kiev sono la sicurezza delle popolazioni russofone nell’est Ucraina e la sua smilitarizzazione. Ma, parlando con il gruppo dei media russo Rbs, rilanciato da Reuters su Twitter, spiega anche che «l’uso della lingua russa e la libertà di espressione sono importanti». Per il ministro, alcune formulazioni di un accordo con l’Ucraina sono «vicine» a un’intesa, mentre lo status neutrale per Kiev viene «seriamente considerato».

Zelensky: «Colloqui con la Russia più realistici»

I colloqui con la Russia continuano e sembrano ora «più realistici». A dichiararlo è il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo discorso pronunciato a notte fonda, riportato dai media. «Tutte le guerre terminano con un accordo», osserva ricordando come i negoziati fra le delegazioni di Mosca e di Kiev in corso siano «difficili», ma «di fondamentale importanza». «E mi dicono che le posizioni ai colloqui ora suonano più realistiche», spiega e «c’è sicuramente spazio per compromessi». «Abbiamo comunque bisogno di tempo perché le decisioni da prendere siano nell’interesse dell’Ucraina», conclude.

Mariupol attaccata anche dal mare di Azov

Nelle prime ore del mattino, Mariupol è stata attaccata anche dal mare di Azov. Lo riferisce Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco della cittadina ucraina, precisando che gli attacchi delle navi da guerra vanno ad aggiungersi ai raid aerei. «I primi missili – spiega – sono stati lanciati da una nave vicino a Bilosaraiska Kosa, verso la città». L’ospedale regionale di Mariupol, inoltre, è sempre occupato dalle forze russe «che costringono i medici a curare i loro feriti» e «usano anche i pazienti come scudo contro i tentativi di riprendere il controllo del nosocomio da parte dei nostri soldati». Anche la seconda città più grande dell’Ucraina, Kharkiv, è stata attaccata durante la notte, con due morti confermati e due edifici residenziali distrutti, riferisce The Guardian. Anche una scuola è stata attaccata intorno alle 3 del mattino, una parte dell’edificio è stata distrutta. 

Bombardate le coste vicino a Odessa

Le navi russe presenti nel mar Nero hanno iniziato a bombardare le coste vicino alla città di Odessa, la terza più grande dell’Ucraina e principale porto del paese. Sono stati sparati razzi e colpi di artiglieria, informa sui social Anton Gerashchenko, Consigliere del Ministro degli Affari Interni dell’Ucraina. Esplosioni sentite nella notte alla periferia di Kiev.

Colpita la torre televisiva di Vinnytsia

I bombardamenti russi hanno colpito la torre televisiva di Vinnytsia, città sulle rive del fiume Buh nell’Ucraina centrale, riferisce The Kyiv Independent. Secondo il governatore di Vinnytsia Oblast Serhiy Borzov, l’attacco russo ha danneggiato la torre, lasciando i residenti senza segnale Tv. Non sono segnalate vittime.

Cinque giornalisti uccisi e almeno 35 feriti

Cinque giornalisti sono stati uccisi e almeno 35 feriti annuncia la responsabile per i diritti umani del Parlamento ucraino, Lyudmila Denisova, su Telegram, dall’inizio della guerra in Ucraina. Tre vittime – ricorda l’agenzia Unian – sono Viktor Dudar, colpito durante i combattimenti vicino a Mykolayiv, il cameraman Yevhen Sakun ucciso in un attacco missilistico a Kiev e l’americano Brent Reno, ucciso a Irpin, nella regione di Kiev. Ucciso ieri un cameraman di Fox News:si chiamava Pierre Zakrzewski. Anche la giornalista ucraina Alexandra Kuvshinova è morta in un attacco russo nel nord ovest di Kiev in cui è rimasto ucciso Zakrzewski,riferisce l’agenzia di stampa ucraina Unian.

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