CATANZARO C’è una parte di sanità calabrese che va avanti a fatica, senza (o quasi) la risorsa primaria su dovrebbe poter contare: i medici. Si tratta del servizio 118: un’emergenza che non è finita e che non finisce secondo la testimonianza del medico Asp Saverio Ferrari negli studi del TgR. Ferrari in questi giorni ha riportato all’attenzione la questione delle indennità Covid mai ricevute dai sanitari. «L’Asp di Catanzaro è stata condannata a restituire le indennità trattenute sugli stipendi dei medici del 118, qualcosa in questo senso sembra si stia muovendo, ma il servizio di pronto soccorso in Calabria continua ad essere inesistente». Una situazione problematica su tutto il territorio regionale dovuta principalmente, secondo la testimonianza di Ferrari, alla carenza di risorse disponibili, soprattutto in termini di personale sanitario. Catanzaro per Ferrari offre un «servizio 118 inefficace, le ambulanze a disposizione si sono ridotte a 14 ma di queste solo 11 possono disporre di un medico a bordo e nonostante ciò – rimarca – spesso i mezzi partono per soccorrere i pazienti sprovvisti di medico, come è successo proprio questa notte nella città capoluogo». La carenza di personale medico del 118 è un problema che la sanità calabrese si trascina da tempo e che i bandi emanati non hanno risolto, secondo Ferrari un primo passo dovrebbe essere quello di investire: «Questo è un lavoro faticoso a livello fisico e poco remunerativo, i medici del 118 appena possono cercano opportunità di lavoro migliori per la loro carriera professionale. E di fronte a queste difficoltà io vedo solo la totale indifferenza delle autorità competenti nei confronti di questo servizio, amministratori totalmente assenti, non si investe in nessun modo e l’accordo integrativo regionale è fermo al 2006».
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