REGGIO CALABRIA «Ritorno a distanza di qualche giorno sulla vicenda allucinante delle condizioni del centro regionale di Farmacovigilanza che rischia di essere affossato definitivamente per scelte inadeguate della Regione, scelte che se non corrette per tempo faranno scomparire questo importante istituto voluto da una direttiva europea, recepito da una norma nazionale e istituito in Calabria nel 2012». Lo scrive in una nota Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio regionale.
«Dopo la nostra interrogazione del mese di gennaio, la dirigente generale del Dipartimento Tutela della Salute, Iole Fantozzi, ci informava che si era provveduto a nominare la Commissione esaminatrice per l’espletamento dell’avviso di selezione pubblica per titoli e colloquio, pubblicato nel Burc n.104 del 13.11.2020, finalizzato all’assunzione a tempo determinato di n. 9 unità con profilo tecnico-amministrativo. Per oltre un mese non è accaduto nulla, pare che le cause sono state addebitate alla rinuncia di una delle componenti della Commissione, nella sostituzione del presidente della Commissione e nella nomina di un nuovo rup. Ora invece la notizia è che il bando è stato bloccato e sarà riproposto, riaprendo i termini del decreto, probabilmente nel prossimo autunno».
«Quindi il Centro non è più attivo, ha disabilitato anche il sito internet strumento grazie al quale i cittadini e operatori facevano delle segnalazioni. Mi chiedo e chiedo al presidente Occhiuto: perché si va a un nuovo bando? Perché riaprire i termini di una procedura già fortemente in ritardo? Quali sono le ragioni e gli interessi che si celano dietro questa manovra? Quelli dei cittadini certamente no perché si perde ancora del tempo e noi abbiamo bisogno invece di recuperare i ritardi accumulati in questi anni. Quando parliamo di gestione incompetente, insensibile e mortificante per i cittadini penso proprio a occasioni come questa dove per risolvere la questione in attesa di una soluzione definitiva sarebbe bastato un semplice quanto efficace contratto, a tempo, di prestazione d’opera. Ora invece – conclude Amalia Bruni – bisognerà restituire i fondi che non sono della Regione ma dell’Aifa e chiudere il Centro. Quindi continuiamo a non saper utilizzare i finanziamenti che abbiamo e dobbiamo restituirli. In una Regione dove il tasso di positività del Covid ha raggiunto il 24 per cento. Se non è follia questa, presidente Occhiuto, ci dica lei cosa è».
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