CATANZARO Il nuovo corso del partito sul territorio e la sfida delle elezioni amministrative di Catanzaro, che sono «un banco di prova» a livello nazionale. Il neo segretario provinciale del Pd di Catanzaro, Domenico Giampà, che è anche sindaco di San Pietro a Maida, fa il punto della situazione con il Corriere della Calabria, soffermandosi sui passi del partito dopo la fine della stagione commissariale: «C’è una nuova generazione che intende misurarsi e prendersi delle responsabilità, imparando dagli errori del passato. Bisogna avere fiducia», sottolinea. Riflettori poi sul percorso per il voto a Catanzaro, con i democrat che hanno deciso di sostenere la candidatura a sindaco di Nicola Fiorita perché – rileva Giampà – «ha condotto un’importante battaglia alle scorse elezioni, suscitando un importante entusiasmo anche nei quartieri più periferici della città». Giampà lancia poi un messaggio all’altro candidato sindaco di area di centrosinistra, Aldo Casalinuovo, al quale – dice – «chiediamo con grande generosità di fare entrare ciò che ha rappresentato in questi mesi e ciò che rappresenta nel nuovo corso del Pd». Ma Giampà lancia anche un messaggio a Valerio Donato, altro candidato sindaco di area che si è dimesso dal Pd dopo che la scelta del partito è caduta su Fiorita: «Mi dispiace dirlo, Donato sta offrendo il suo profilo per dare continuità a quelle forze che di fatto hanno distrutto politicamente la città di Catanzaro», sostiene il segretario provinciale del Pd di Catanzaro aggiungendo che «chi deciderà di sostenere una coalizione diversa da quella guidata da Nicola Fiorita verrà posto, come per statuto, al vaglio di commissioni di garanzia per eventuali provvedimenti disciplinari».
Segretario Giampà, la sua elezione alla segreteria provinciale del Pd di Catanzaro è stata nel segno dell’unità ma certo il percorso che l’ha determinata non è stato priva di ostacoli: quale partito ha trovato?
«Il percorso che ha portato alla mia elezione unitaria a segretario provinciale è stata una scommessa, che il Pd della provincia di Catanzaro questa volta ha vinto. E dico ciò perché è stato un congresso vero, con momenti di confronto e di discussione, ma il dialogo e la politica ci ha consentito di arrivare uniti alla fine. Rimane un partito da ricostruire ad ogni livello, ma riscontro una grande voglia di partecipazione».
E quale partito intende costruire per il futuro?
«Penso ad un partito che riesca a recuperare la credibilità e ciò avviene se si ha il coraggio di parlare il linguaggio della verità. È già partita la campagna “Rimettiamoci in Circolo”, ovvero assemblee in tutti i territori della provincia, dove ci aspetta la nostra gente, fatta di storici militanti, simpatizzanti e di capaci sindaci e amministratori».
Il Pd in Calabria ha chiuso la lunga stagione del commissariamento ma secondo vari analisti politici restano ancora le solite problematiche, come la frammentazione e la balcanizzazione: cosa risponde?
«Che bisogna avere fiducia nel percorso di rigenerazione messo in campo dal nuovo segretario regionale Nicola Irto. Il Pd, con i propri limiti, che tra l’altro in passato ne hanno portato al commissariamento, rimane l’unico partito fondato sulla democrazia interna e sulla partecipazione. C’è una nuova generazione che intende misurarsi e prendersi delle responsabilità, imparando dagli errori del passato. Bisogna avere fiducia. Solo così potrà cominciare a fare una narrazione diversa».
Per il Pd, e in particolare per lei, ci sarà subito un banco di prova molto impegnativo: le elezioni comunali a Catanzaro. Sembra che anche al Nazareno interessino molto. Come vi state preparando a una sfida che avrà anche risvolti nazionali?
«Le elezioni amministrative, specie delle città capoluogo, sono un banco di prova per il partito nazionale e a noi interessa che si formi una rappresentanza territoriale, dando centralità al Pd con una lista forte, rappresentativa e autorevole. È indubbio che siano stati fatti degli errori nella fase precongressuale, nel processo di individuazione del candidato a sindaco, ma ciò non può costituire un alibi per disimpegnarsi o proseguire strade alternative. Subito dopo i congressi, insieme al segretario cittadino e alla presidente dell’assemblea regionale ci siamo prodigati per recuperare un clima di ascolto e di confronto».
Il Pd, dopo una fase anche lunga di elaborazione, alla fine ha deciso di sostenere la candidatura a sindaco di Catanzaro di Nicola Fiorita, preferito a due candidati – Valerio Donato e Aldo Casalinuovo – che nel tempo hanno avuto più aderenze con il Pd rispetto a Fiorita: perché questa scelta, che secondo molti osservatori sta creando tensioni e divisioni nel Pd?
«Nicola Fiorita ha condotto un’importante battaglia alle scorse elezioni, suscitando un importante entusiasmo anche nei quartieri più periferici della città. Il perimetro della coalizione in cui oltre al Pd e al M5S e pezzi importanti di civismo è una scelta chiara del partito nazionale, in tutti i capoluoghi di regione in cui si andrà al voto alla prossima tornata elettorale».
Cosa vuole dire ad Aldo Casalinuovo, che è ancora in campo anche se manifesta segnali di apertura verso un suo rientro nel progetto Fiorita per come auspicato anche dal Pd, a partire dal responsabile nazionale enti locali del Pd Francesco Boccia?
«Aldo Casalinuovo è una personalità autorevole, oltre che uno stimato professionista, che si è sempre contraddistinto nella linearità del suo percorso personale vicino al centrosinistra. In questi mesi ha dato rappresentanza ad un pezzo importante di città a cui forse bisognava dare più peso e maggiore ascolto. A lui chiediamo con grande generosità di fare entrare, ciò che ha rappresentato in questi mesi e ciò che rappresenta, nel nuovo corso del Pd».
E cosa risponde invece a Valerio Donato, che ha lasciato il Pd sostenendo che “il Pd – sono sue parole testuali – ha svolto un’attività prodromica alla scelta del candidato a sindaco mediante procedure che hanno manifestato in tutta evidenza gravi deficit di democraticità”?
«A Valerio Donato dico che dispiace quando qualcuno decide di andar via. Dopodiché, si può comprendere benissimo come la sua dichiarazione non sia rivolta al Pd, ma al centrodestra, le cui chiare adesioni sincronizzate di queste ore stanno facendo diventare a tutti gli effetti Donato un candidato del centrodestra. Così facendo, mi dispiace dirlo, Donato sta offrendo il suo profilo per dare continuità a quelle forze che di fatto hanno distrutto politicamente la città di Catanzaro. Forze trasversali, di destra, divise da tante tensioni interne, tali da non trovare una figura che faccia da sintesi, così da arrivare disperatamente a guardare con interesse subdolo a chi viene da un contesto diametralmente opposto, che è quello del centrosinistra. Il Pd non sarà più un partito dalle porte girevoli. Chi deciderà di sostenere una coalizione diversa da quella guidata da Nicola Fiorita verrà posto, come per statuto, al vaglio di commissioni di garanzia per eventuali provvedimenti disciplinari. Il nostro unico interesse è di cambiare in maniera costruttiva e propositiva le sorti della città capoluogo di regione in piena discontinuità e rottura con la gestione Abramo. Gestione che gli stessi catanzaresi non faticano a definire fallimentare». (redazione@corrierecal.it)
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