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la sentenza

Omidicio nella faida di Borgia, pentito condannato a 14 anni

Pena pesante per Santo Mirarchi, accusato di aver ucciso il killer Luigi Grande nel 2009. Cade l’aggravante della crudeltà

Pubblicato il: 18/03/2022 – 12:31
di Alessia Truzzolillo
Omidicio nella faida di Borgia, pentito condannato a 14 anni

CATANZARO Cade l’aggravante delle sevizie e della crudeltà ma la pena è severa nei confronti del collaboratore di giustizia Santo Mirarchi che è stato condannato, in sede di rito abbreviato, a 14 anni di reclusione per l’omicidio di Luigi Grande avvenuto il 12 agosto 2009. Dell’omicidio si era autoaccusato lo stesso Mirarchi – difeso dall’avvocato Michele Gigliotti – davanti all’attuale procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, nel corso dei primi 180 giorni di collaborazione. Lo scorso 21 gennaio il pm Debora Rizza aveva chiesto una condanna a 12 anni di reclusione. Ai familiari costituiti parte civile è stato riconosciuto il risarcimento del danno ed è stata concessa una provvisionale di 100mila euro. Davanti al gup Antonio Battaglia il pm Rizza aveva contestato l’aggravante delle sevizie e della crudeltà. Aggravanti alle quali si era opposto il difensore di Mirarchi, l’avvocato Michele Gigliotti, ritenendole non più contestabili perché formulate dopo l’ammissione del rito e inoltre perché i fatti erano già conosciuti e per questa ragione le aggravanti sarebbero dovute essere contestate prima.

Il contesto

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Santo Mirarchi

L’omicidio di Luigi Grande si inquadra nella sanguinosa faida consumatasi nel territorio di Borgia e Roccelletta, tra il 2005 ed il 2010. Sono gli anni in cui emergeva la figura di Massimo Falcone, esponente di spicco della famiglia Cossari, killer conosciuto per la sua capacità criminale e per la significativa spregiudicatezza. Falcone stava trascorrendo in Sila, all’interno del villaggio Lagomar, la sua latitanza quando fu raggiunto da due killer e giustiziato assieme al cugino Davide Iannoccari. Questo evento ha dato inizio al sanguinoso scontro tra il gruppo Cossari e la falange ‘ndranghetista guidata da Nando Catarisano. Quest’ultimo a sua volta è stato vittima di un tentato omicidio che ha visto coinvolta anche la figlia, lievemente ferita. Catarisano riconobbe Giuseppe Fraietta tra i propri assalitori. La risposta di Catarisano non si fece attendere. Ed infatti L’8 agosto 2009 fu dapprima sequestrato e poi ucciso Giuseppe Fraietta, cognato di Santo Mirarchi. A seguito di indagini scoprì che la sera dell’8 agosto ad assistere al sequestro di Fraietta vi era proprio Luigi Grande, amico di vecchia data della vittima, che vantava uno strettissimo legame con il clan guidato da Catarisano. Santo Mirarchi fece numerose domande a Luigi Grande per conoscere la verità su quanto accaduto ma soprattutto per ritrovare il cognato scomparso da giorni. (a. truzzolillo@corrierecal.it)

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