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operazione anti ‘ndrangheta

Roma, sequestro di 3 milioni di euro a due persone legate alla cosca Piromalli

Si tratta di un uomo già coinvolto in episodi di bancarotta fraudolenta e di un usuraio vicino a Cosa Nostra. Sigilli ad una società e un hotel nel Lazio e ad immobili a Gioia Tauro

Pubblicato il: 18/03/2022 – 10:05
Roma, sequestro di 3 milioni di euro a due persone legate alla cosca Piromalli

ROMA Sequestro di beni ai fini di confisca per un valore di tre milioni di euro. E’ quanto eseguito dai poliziotti della Questura, su disposizione del Tribunale di Roma – Sezione misure di prevenzione, nei confronti di due persone ritenute vicine alla ‘Ndrangheta e in particolare legate alla famiglia Piromalli di Gioia Tauro. Il provvedimento è scattato nei confronti di C. A., di anni 61, esponente della cosca calabrese Mammoliti di Castellace di Oppido Mamertina, già coinvolto in episodi di bancarotta fraudolenta e di F. G., usuraio di 70 anni, personaggio legato in passato a figure che gravitavano intorno a Cosa Nostra, Camorra e Banda della Magliana.
Gli agenti hanno proceduto al sequestro delle partecipazioni di una società di capitali con sede a Roma, attiva nel settore immobiliare, ad un complesso immobiliare nella Capitale, ad una struttura destinata ad un albergo-ristorante nella zona di Rocca di Papa e immobili a Gioia Tauro. Sequestrati anche una polizza assicurativa del valore di 150mila euro e numerosi rapporti creditizi, di cui uno intestato ad un società di capitali operante nel settore dell’energia elettrica, con sede a Roma. Le indagini patrimoniali avviate dagli specialisti della Divisione Anticrimine sono state focalizzate sulla ricostruzione della “carriera criminale” e sull’analisi delle posizioni economico-patrimoniali degli interessati insieme a quelle dei rispettivi nuclei familiari.

Il calabrese con interessi negli alberghi e nella ristorazione

I precedenti di C. A. riguardano i reati di bancarotta fraudolenta e l’impiego di capitali illeciti in attività economiche, gestite con modalità fraudolente, al fine di massimizzarne i profitti, nonché quelli di seriali intestazioni fittizie di beni con finalità elusive e agevolative. La necessità di reinvestire i notevoli flussi finanziari illecitamente acquisiti spinse C. A. a trasferire a Roma e provincia il centro dei suoi interessi, con particolare riferimento al settore alberghiero e della ristorazione.

Il romano vicino a Cosa Nostra e Banda della Magliana

In relazione al romano F. G., considerato usuraio e collettore dei proventi della criminalità mafiosa per fini di riciclaggio, si deve evidenziare l’elevato spessore criminale dello stesso, accostato, fin dalla fine degli anni 70 del secolo scorso, a personaggi come i defunti Sbarra Danilo e Merluzzi Luciano – quest’ultimo commercialista del cassiere di Cosa Nostra, Pippo Calò – e appartenenti alla cosiddetta Banda della Magliana e alla camorra.

I “pezzi di ‘ndrangheta” a Roma

L’esecuzione del provvedimento vede impegnati, oltre la divisione Polizia anticrimine della Questura di Roma anche il personale di 7 commissariati di Polizia sul territorio di Roma e provincia. Inoltre l’operazione ha richiesto la collaborazione della divisione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria e dei commissariati di Gioia Tauro e di Taurianova. La caratura criminale dei proposti e il potere di alterare il mercato economico, consente di sostenere che i “pezzi di ‘ndrangheta” presenti nella capitale e nei comuni limitrofi sono sempre più “visibili” e sono capaci di replicare pienamente la propria struttura criminale nel territorio dove si sono stabilizzati. In tale ottica i sequestri, finalizzati alla confisca di prevenzione, costituiscono una straordinaria azione di contrasto alla criminalità organizzata e un importante strumento attraverso il quale le ricchezze accumulate vengono sottratte al circuito criminale per essere restituite alla collettività in un percorso di legalità.

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