CATANZARO «La decisione del Partito democratico nazionale dì indicare alla carica di candidato a Sindaco della città di Catanzaro un esponente lontano e spesso avverso al Pd stesso è sintomatico della circostanza che delle sorti del Partito calabrese non importa a nessuno». E’ quanto afferma Fabio Guerriero, già dirigente nazionale Pd.
«Dopo la scelta di Pippo Callipo e della Amalia Bruni, candidati civici alla presidenza della regione, che una volta eletti in consiglio regionale hanno immediatamente preso le distanze dal Pd, assistiamo ad un partito che continua a perseverare nell’errore di indicare, certamente ottime persone, ma che nulla hanno a che vedere con la nostra storia e con i nostri ideali – afferma ancora Guerriero -. Candidare a Sindaco chi 5 anni fa si batté per non far vincere il Pd alle elezioni comunali dì Catanzaro, rendendo possibile, di fatto, la rielezione di Abramo, sembra più una ritorsione verso il gruppo dirigente e gli iscritti che una scelta politica ponderata. Nonostante la disponibilità di più autorevoli esponenti del Pd a cimentarsi nella competizione elettorale assistiamo alla mancanza dì un dibattito in seno al Partito ed alla effettiva esautorazione dei dirigenti provinciali e cittadini».
«A nulla vale, se non ad acutizzare il distacco, il maldestro tentativo del neo segretario provinciale del Pd che, alla sua prima ed intrepida uscita, minaccia epurazioni, forse memore del potere che gli derivava dal fatto di essere stato, uomo “forte” e riferimento provinciale, su indicazione di Nicola Adamo, dell’ex governatore Oliverio – sostiene ancora – . Oggi il neo segretario ha velocemente ripudiato la sua origine e ci viene proposto, dai nuovi eletti in consiglio regionale, come l’usato garantito. Auguri compagni. Anche il ricorso alle primarie, sollecitato da più parti, è stato scientificamente evitato al solo fine di imporre un candidato che risponde alle esigenze politiche nazionali ma che mai avrebbe superato il percorso democratico da me rivendicato a gran voce. Un partito che di fatto impedisce il confronto sul futuro della città capoluogo e ignora le istanze dei propri iscritti, non può chiedere sostegno incondizionato al proprio elettorato a favore di un candidato indicato o imposto da altri (M5S o De Magistris?). Così che, dopo la candidatura di 5 anni fa della Senatrice Granato a sindaco di Catanzaro, oggi i 5 Stelle puntano su Fiorita per garantire continuità ideologica ed amministrativa».
«Nessun democratico può sottostare a questo diktat che, nel mio caso, cancella in un attimo oltre 10 anni di impegno sempre dalla parte del Pd. Per assecondare i 5 Stelle ci è stato impedito il confronto ed hanno palesemente violato le regole statutarie – prosegue la nota -.Infatti, la promessa di primarie (a cui avrei partecipato), di dibattito, di analisi sono state disattese sperando che i dirigenti del Partito locale avrebbero subito in silenzio le scelte del comico genovese avallato dal Pd nazionale. Le dichiarazioni di tanti dirigenti dicono che vi è ancora un partito pensante. Sia ben chiaro il disagio che denuncio non è certo riconducibile al valore delle persone, candidato e dirigenti, sopra citate ma è legato al metodo ed al fine. Avevamo richiesto, sia io che Donato un confronto all’interno del Partito, ed anche Casalinuovo pur proveniente da un’altra esperienza si era associato a questa richiesta, per giungere al tavolo della coalizione con una posizione di sintesi. Ciò ci è stato impedito. Mi è stato spiegato che i 5 Stelle si erano già determinati e noi dovevamo assecondare la “spartizione” che, a mio avviso, sacrifica la nostra regione e la nostra città a favore dì scelte nazionali che guardano solo alle prossime elezioni politiche. Mi spiace – conclude Fabio Guerriero – ma rivendico la mia libertà dì scelta di non seguire i 5 Stelle ancor più se ad un loro candidato si contrappone un professionista competente ed autenticamente democratico come ha dimostrato di essere il prof. Valerio Donato che incarna alla perfezione i valori riformisti, moderni e solidali miei e della società catanzarese».
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